A cura della Redazione

Le pagelle di Petronio, tra il serio e il faceto, dei giocatori del Napoli nella sfida con il Torino.

Ospina – voto 6. Si è trattata di una semplice gita fuori porta per l’estremo difensore colombiano (alla seconda gara di fila dopo quella al “Marakana” di Belgrado). Per lui, l’unico enorme rimpianto, è stato quello di dover rinunciare senza una reale motivazione al pranzo domenicale (penne al ragù e braciola), visto che il Torino, fatta eccezione per il rigore calciato e segnato da Belotti, non ha praticamente mai calciato in porta. 

Albiol-Koulibaly – voto 6. Rarissime le occasioni in cui Belotti e Zaza hanno impensierito la coppia di centrali azzurri, apparsi in totale controllo della situazione. Unica sbavatura per il difensore spagnolo che si è fatto ammonire per un intervento in ritardo su Berenguer.

Luperto – voto 5,5. Fino alla sciocchezza che ha causato il calcio di rigore per il Toro, partita tutto sommato positiva. Ma quell’ingenuità, frutto anche dell’inesperienza, ha di fatto riaperto (seppur per pochi minuti) una partita che il Napoli stava dominando. Quello di terzino sinistro non è di certo il ruolo a lui più congeniale, ma nella sfiancante attesa del rientro di Ghoulam e del turno di riposo concesso a Mario Rui, Carlo Ancelotti deve fare di necessità virtù. Nel frattempo, chiunque di voi fosse in possesso di notizie su tale Kevin Malcuit e del perché del suo acquisto è pregato di contattarci. Grazie.

Hysaj – voto 6,5. Gioca bene il terzino albanese. Attento, ordinato e concreto. Prova anche un coast to coast palla al piede verso l’area di rigore granata a risultato ormai acquisito, ma la conclusione è talmente lenta che sarebbe stato necessario soffiare dietro il pallone per fargli raggiungere la porta difesa da Sirigu. Del resto, i numeri non mentono: alla casella reti segnate trovate lo zero.

Hamsik – voto 6 (di solidarietà). Gara senza infamia e senza lode. Sarà lungo e tortuoso l’adattamento del capitano al nuovo ruolo di regista, posizione in campo che non può ancora ricoprire (per ovvie ragioni) in maniera convincente e che ne penalizza fortemente la sua capacità innata di fare gol. Non era mai accaduto dal 2007, prima stagione in azzurro per Marekiaro, che dopo cinque gare di campionato non avesse ancora messo la propria firma in calce su un gol del Napoli. Ci sarà un motivo…

Rog – voto 6 (di incoraggiamento). Quel salto di qualità da molti annunciato fatica a concretizzarsi. Difficile intravedere prospettive di crescita esponenziale nel giovane croato, spesso arruffone e confusionario (forse per “l’eccessiva” voglia di mettersi in luce), e troppo spesso finito sulla lista dei “cattivi” dei direttori di gara. Rog “Yellow Card”!

Allan – voto 6. Ancelotti gli concede finalmente un mini-riposo, impiegandolo solo in una parte del secondo tempo. Il gladiatore brasiliano, che sta tirando la carretta ormai da un mese, aveva assoluta necessità di rifiatare e le prime scorie si erano avvertite già nella gara di Belgrado contro la Stella Rossa. Al suo ingresso in campo, non difetta della solita dose di cattiveria agonistica.

Zielinski – voto 6,5. Subentra a Verdi ad inizio ripresa e avvia l’azione del 3-1 con un’accelerazione che spacca le gambe ai poveri centrocampisti del Torino. 

Verdi – voto 7. Arriva la gara del riscatto per Simone. L’azione combinata con Mertens in occasione dello 0-2 è poesia in movimento: tre passaggi di fila e conclusione al volo di sinistro a bucare Sirigu. Quando due calciatori parlano lo stesso linguaggio tecnico, le loro combinazioni diventano piacere per gli occhi e lo spirito. Dopo la sostituzione all'intervallo nella gara con la Samp, in molti avevano già sentenziato: “Giocare a Bologna è un conto, ma a Napoli è tutta un’altra storia”. Può darsi, ma nel frattempo Verdi ha dimostrato che è possibile ribaltare il teorema e, nel frattempo, si è già preso la sua personalissima rivincita.

Callejon – voto 6,5. Sta tornando ai suoi livelli, Josè. L’erba che ricopre  il lato destro del terreno di gioco dello stadio “Grande Torino” dovrà essere ripiantata, tanti sono i chilometri che macina lo spagnolo su e giù per la fascia di competenza. Sfortunato in occasione del gol del 3-1 quando, dopo il servizio di Zielinski, colpisce il palo. Poco male, arriva Insigne a ribadire in rete.

Mertens – voto 6. Ciro Mertens è lontano ancora anni luce dal top della condizione atletica. Ma il talento, per fortuna, non devi allenarlo. E la giocata-combo con Simone Verdi, messo da Dries a tu per tu con il portiere granata, andrebbe vista e rivista fino a farsi venire le cataratte.

Insigne – voto 8. E’ lui il nuovo bomber del Napoli, lo dicono i numeri. L’esperimento di Ancelotti di farlo giocare a ridosso della prima punta di turno non può essere più definito tale: Insigne in quella posizione sta dimostrando di essere una certezza assoluta. Imprevedibile e libero di svariare su tutto il fronte offensivo, sgravato da compiti di copertura e ripiego in fase difensiva. Due gol (il primo in collaborazione con Moretti e N’Koulou) da vero uomo d’area di rigore, qualità non sempre avuta e riconosciuta a Lorenzinho. 

Ancelotti – voto 7. La metamorfosi si è completata: nuovo modulo e rotazione di uomini. Carlo Ancelotti ha tracciato una definitiva e netta linea di separazione tra il “vecchio” e il “nuovo” Napoli. E se si esclude il “raffreddore” di Marassi e il pareggio di martedì scorso a Belgrado (che, però, potrebbe inficiare in maniera significativa il cammino in Champions degli azzurri) questa nuova versione della squadra partenopea ha portato, in campionato, quattro vittorie su cinque partite con un calendario che non è stato particolarmente benevolo. Quello dei bianconeri di Torino, con il massimo rispetto per le squadre affrontate fino ad ora, è stato poco più impegnativo della consueta amichevole estiva a Villar Perosa tra Juventus A Vs Juventus B.

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