A cura della Redazione

Napoli, quali sono le prospettive per il prosieguo del campionato?

“Eppur si muove”. Dopo mesi di torpore e di immobilismo, in campo quanto in classifica, qualcosa sotto la Vesuvio calcistica, sembra essersi risvegliato. Una settimana, quella passata, che ha risvegliato orgoglio ed entusiasmo in seno ai tifosi partenopei, dopo mesi particolarmente deludenti. D’altro canto, il 2019 è stato un vero e proprio annus horribilis per i colori azzurri: nella classifica dell’anno solare, infatti, la squadra del presidente De Laurentiis avrebbe colto un modesto settimo posto. Troppo poco, oggettivamente, per una squadra come quella campana.

L’epoca Ancelotti: un lento logorio che ha origini lontane

Analizzando più criticamente il 2019, infatti, si può capire, compiutamente, come la “luna di miele” tra Ancelotti e l’intero ambiente napoletano sia durata poco più di 4 mesi. Già all’inizio del 2019, con la netta debacle in Coppa Italia a San Siro contro il Milan all’epoca guidato da Gattuso, si notarono le prime crepe. Ed anche in campionato, il sigillo al secondo posto fu posto grazie ad un finale di stagione, perlomeno in termini di risultati, particolarmente positivo, che fece da contraltare ad una prima parte del 2019 in cui gli uomini di Carletto Ancelotti scialacquarono buona parte del vantaggio acquisito sulle più dirette inseguitrici nella prima parte della scorsa stagione.

Anche in ambito internazionale, i segnali di una involuzione erano chiari. Dopo un buon girone di Champions, dove il Napoli se la giocò fino all’ultimo al cospetto di squadroni come Liverpool (poi Campione d’Europa) e PSG, il cammino in Europa League non è stato altrettanto esaltante: eliminato, non senza patemi, il Salisburgo, gli Azzurri interruppero il loro cammino continentale nei quarti di finale, al cospetto dell’Arsenal. Una compagine, quella inglese, di tutto rispetto. E contro la quale, tutto sommato, era ipotizzabile anche fallire l’accesso alle semifinali. Ma nel doppio confronto contro i Gunners, il Napoli lasciò interdetti i propri tifosi per la totale mancanza di grinta e gioco: una dimostrazione di debolezza che, seppur col senno di poi, poteva essere interpretata come un ulteriore campanello d’allarme.

A salvare Ancelotti, con ogni probabilità, sono stati due fattori: in primis, il lauto contratto sottoscritto l’estate prima, che in caso di esonero sarebbe rimasto sul groppone, indigesto, di ADL; in seconda battuta, il passato, indubbiamente brillante, del tecnico emiliano, che può vantare la conquista di tre Champions League, oltre ad aver vinto - ad eccezione della Liga - tutti i maggiori campionati europei. Quello che è successo nei primi mesi di questa stagione, contraddistinta dalla netta contrapposizione fra squadra e società, un lungo logorio che è diventato una vera e proprio guerra, sportivamente parlando, fra le opposte fazioni. è stata una logica conseguenza, seppur al tempo stesso irrazionale per le modalità con le quali si è manifestata.

Da Sarri a Gattuso: un downgrade, secondo alcuni, ma la vittoria sulla Juventus ridà entusiasmo ed ottimismo all’ambiente

L’addio di Ancelotti, di conseguenza, è stato accettato di buon grado dall’ambiente Napoli, che, però, ha storto il naso di fronte alla nomina del nuovo tecnico: Gennaro Ivan Gattuso. All’ombra del Vesuvio, in 18 mesi si passa dal calcio spettacolare di Sarri a quello sparagnino di Gattuso, dopo la parentesi compassata di Carletto: uno smacco per coloro che, pur “rinnegandolo” oggi per il passaggio alla mai amata rivale bianconera per eccellenza, avevano fatto di Sarri, e del Sarrismo, una vera e propria fede. Spesso ben oltre il mero aspetto sportivo.

Nell’ultima settimana, però, il vento sembra cambiato. Dopo tanti patimenti e cocenti delusioni, che hanno contraddistinto anche il primo periodo di Ringhio, i tifosi del Napoli hanno potuto festeggiare l’accesso alle semifinali di Coppa Italia eliminando la Lazio, la compagine - sino a quel momento - considerata più in forma sul suolo italico, e battendo la Juventus di Sarri. Soprattutto quest’ultima affermazione ha generato un grande entusiasmo nell’ambiente, al punto che in molti pensano, in maniera probabilmente troppo ottimistica, che la compagine azzurra possa ancora dire la sua per la conquista del quarto posto, distante, oggi, ben dodici punti.

Molto più concreto, invece, il sogno Europa League, che, al di là di un’ipotetica vittoria della Coppa Italia, potrebbe essere acciuffato strappando il sesto posto. Entrare nel pokerissimo dell’alta classifica equivarrebbe ad un clamoroso “all in”, emulando ciò che avviene, con discreta frequenza, su un sito come Casinoonlineaams.com,dove è possibile divertirsi in modo sano, consapevole e, soprattutto, nel rispetto della vigente normativa italiana. Centrare la sesta piazza, visto quanto vissuto sino a dieci giorni fa, rappresenterebbe, comunque, un ottimo risultato. Nonostante il valore della rosa sia indubbiamente superiore.