Le pagelle di Napoli-Milan

MERET. Durante la gara di ieri sera con il Milan è maturata una certezza: la mediocrità di Rrahmani e Natan non fa altro che trasmettere timori e insicurezze al già insicuro Meret, che oppone una mano “molla” al tutt’altro che irresistibile colpo di testa di Olivier Giroud, lasciato completamente solo dal centrale kosovaro. Poi, per fortuna, Reijnders spedisce al “Deck 4” della curva B il pallone del possibile tre a zero, e i diavoli rossoneri svaniscono del tutto al termine della prima fazione di gioco. Nella ripresa, da segnalare una respinta del portiere azzurro su un tiro da fuori area di Rafael Leao. Voto 5,5.

DI LORENZO. Nel primo tempo, tutti gli azzurri, fatta eccezione per KK77, sono largamente insufficienti. E lo è anche il capitano. Ma nel secondo tempo guida la riscossa servendo a Politano l’assist per il momentaneo 1-2. Memore dei disastri delle sfide di Champions dello scorso anno che ci sono costati la qualificazione alla semifinale, spende il giallo su Leao lanciato in contropiede. Voto 6.

RRAHMANI. Il buio risucchia Amir e in dieci minuti l’arzillo Olivier ne fa due. Rrahmani non ha dimostrato, almeno fino ad ora, la forza e il carisma per guidare la difesa. E’ bene ricordare come sia stato sempre un ottimo gregario, prima di Koulibaly e poi dell’invincibile soldato “Kim, Kim, Kim!”. Il Napoli tende a portarsi il nemico alle porte, e se ti capita una serata horror con Giroud che ti banchetta sulla testa, l’incubo non può che materializzarsi. E visto che il francese non è Djuric, l’istantanea dei due gol subiti è emblematica di una difesa modestissima, di sicuro non da Scudetto. Voto 4.

NATAN. Prestazione opaca del brasiliano fino all’ingenua autodistruzione con l’espulsione al minuto 89. Si arrangia come può, e per sua fortuna Pulisic non rientra in campo all’inizio del secondo tempo a causa di un affaticamento muscolare. Tanti passaggi sbagliati in uscita, troppo leggero in marcatura sugli attaccanti rossoneri anche se non ha colpe dirette sui gol. Voto 5.

OSTIGARD. Rudi Garcia lo schiera ad inizio ripresa, e la sua foga vichinga rivitalizza un reparto difensivo che imbarcava acqua più del Titanic dopo l’impatto con l’iceberg. Meriterebbe un posto da titolare, più di Rrahmani. Voto 6,5.

MARIO RUI. Quando è in corso un’autodistruzione e la catastrofe è in corso, il portoghese non manca mai di fare danni. Entrambi i gol dei rossoneri hanno origine dal suo lato di campo. La sua presenza è superflua: Pulisic lo fa letteralmente a brandelli, e il portoghese non riesce mai ad arginare l’esterno made in USA su quella fascia. Il suo primo tempo è disastroso tanto quanto quello di Rrahmani. Voto 4.

OLIVERA. Ci mette la grinta che in Mario Rui non si è vista, anche se ha un compito più semplice perché deve fronteggiare Romero (da quel che si è visto ieri sera, calciatore non da Milan). Voto 6.

ELMAS. Il suo agente insiste nel dire che lui è una mezz’ala, ed è proprio in quella posizione che viene impiegato nella gara con il Milan. Il macedone del nord si agita tantissimo senza combinare praticamente nulla, se non perdere una quantità mostruosa di palloni in mezzo al campo. Ancora una volta perde un’occasione: sbaglia dal primo minuto provocando attimi di terrore e sembra spaesato per tutto il tempo che resta in partita. Voto 4,5.

LOBOTKA. Durante il primo tempo, il centrocampo azzurro si trasforma nuovamente nella palude di sabbie mobili già vista nel match con la Fiorentina. Lo slovacco è sconsolato (a tratti disperato) in fase d’impostazione: Elmas e Zielinski sono due fantasmi, e non restano che i lanci lunghi o la palla a Jack che si sbatte avanti e indietro. Se il Napoli non comanda le operazioni, Stanley diventa uno “normale”. Voto 5,5.

ZIELINSKI. Spettro nel primo tempo, “Pietro” ha però il merito di procurarsi la punizione dalla quale nasce il gol del 2-2. Ma la sua gara non è tale da consentirgli di raggiungere la sufficienza. Voto 5,5.

ANGUISSA. Quando ha la palla è di una superficialità spaventosa. Tredici minuti o poco più (entra in campo al 77’) gli bastano per perdere un pallone che solo per puro caso non diventa sanguinoso. Voto 5.

POLITANO. Nel primo tempo spreca il gol del possibile pareggio spedendo la palla sull’esterno della rete da zero metri. Nella ripresa, servito da Di Lorenzo, salta Pellegrino prima e manda Theo Hernandez al bar poi, lasciando Maignan immobile a guardare il pallone che si infila nella “rezza”. Politano ha giocato tre volte in nove giorni, ed ormai è sempre più evidente che al momento non ha un sostituto. Politano-Lozano. Lozano-Politano: quasi una sola parola durante l’era Spallettiana. Questa stagione è solo Politano-Politano. Anzi no, Politano-Zanoli (Sigh!). Voto 7.

RASPADORI. Giacomino si muove sempre bene, anche quando il Napoli barcolla durante il primo tempo. Nel cambio modulo trova in Simeone uno scudo protettivo e fa impazzire la difesa del Diavolo. Inventa la punizione velenosa sul palo di Maigan che, di fatto, salva la panchina di Garcia. Voto 7.

KVARATSKHELIA. Il georgiano gioca su un’altra dimensione rispetto ai compagni, e il suo duello con Calabria rappresenta ormai un classico del nostro campionato, consacrato da quel lungo abbraccio finale tra i due. Serve un assist delizioso a Politano che però fa cilecca. Potrebbe segnare all’ultimo respiro, ma proprio la fortunosa respinta di Maignan ci fa capire che questa stagione ci sarà da "buttare il sangue". Voto 6,5.

RUDI GARCIA. Sette minuti più recupero al termine della gara e mette Zanoli. Pioli sul 2-2 toglie Leao, Garcia inserisce il classe 2003 al posto di Politano lasciando in panchina quello che è stato l’acquisto più oneroso del mercato estivo, e che nei piani estivi doveva essere il sostituto di Matteo, Jasper Lindstrom. Trattasi di elogio alla pareggite o, per dirla “terra terra”, “Meglio che non la perdo così anche stavolta mi salvo il c*lo!”. I gol nascono da giocate dei singoli, e con i singoli che ha in rosa Garcia è capace di sbagliare tutto. La verità è che questo Napoli è ad un livello troppo superiore rispetto a quello di un tecnico cacciato finanche da una squadra dell’Arabia Saudita. In conferenza stampa, Rudi fa il simpaticone quando gli chiedono del cambio Politano-Zanoli: “Perché sapevo che Natan sarebbe stato espulso”. Garcia sorride, sotto sotto, anzi sopra sopra, è felice per averla nuovamente sfangata. Ma noi felici non lo siamo affatto. Voto 4,5.

Il problema resta il futuro: questa squadra non ha solo archiviato in poco più di due mesi e mezzo lo Spallettismo, ma di fatto si è quasi scucita il tricolore dalla maglia prima di Natale. Questa stagione rischia di diventare un triste purgatorio fatto di sconfitte, pareggi e poche vittorie. E la colpa è anche (se non soprattutto) dell’imperatore Aurelio, convinto di essere l’unico demiurgo nonché artefice del terzo Scudetto. Altro che apertura di un nuovo ciclo: un allenatore scelto come ripiego e l’intransigenza sui rinnovi contrattuali portano in tutt’altra direzione. 

(Foto Salvatore Gallo Agenzia Foto&Fatti)