A cura della Redazione

La Guardia di Finanza e la Polizia di Stato di Brescia, diretti e coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Brescia, nei confronti di un ventenne del Bangladesh, richiedente asilo sul territorio nazionale, per il reato di apologia di terrorismo.

Le indagini scaturiscono dal costante monitoraggio della rete internet, ai fini di prevenzione e contrasto del terrorismo di matrice islamica. In tale ambito, la Polizia di Stato aveva individuato un profilo Facebook utilizzato anche a scopo propagandistico. Il GICO della Guardia di Finanza di Brescia si concentrava sull’identificazione del “titolare” del profilo. I finanzieri notavano che il soggetto aveva condiviso con gli altri internauti gli orari dell’alba e del tramonto, necessari per pregare secondo la religione musulmana, postando una fotografia contenente i punti cardinali di un Comune del bresciano. Intuendo che il soggetto lì dimorasse, venivano attenzionati gli sfondi delle fotografie, individuando il sito in cui erano state scattate. Da qui il rintraccio della struttura di accoglienza profughi, richiedenti asilo politico.

Il successivo monitoraggio giornaliero del profilo social rilevava contenuti comprovanti una crescente adesione all’ISIS e, dunque, un suo contestuale percorso di radicalizzazione. A titolo esemplificativo, l’indagato ha pubblicato sul proprio profilo frasi propagandistiche quali “I need war… ho bisogno di guerra”, “il paradiso mi attende”, “blood boy” (ragazzo insanguinato), “la morte aspetta tutti”, “felice giorno della morte”. Particolare interesse investigativo assumono le “frasi inneggianti” pubblicate proprio in concomitanza con tragici attentati. In particolare, il 4 giugno 2017, data dell’attentato di Londra, veniva postata la foto di due uomini armati a cavallo con vessillo nero, una serie di foto violente ritraenti bambini insanguinati, unitamente alla professione di fede islamica. Il 17 agosto 2017, data dell’attentato di Barcellona, veniva postata un’immagine riproducente la scritta “blood boy” e, il giorno successivo, un post recante “oggi grande giorno per musulmani”, “tutti pregare moschea”. L'1 novembre 2017, data dell’attentato di New York, veniva postata la scritta “la morte aspetta tutti”, accompagnata da un teschio.

Oltre alle immagini e alle scritte, il profilo conteneva diversi video violenti, inneggianti affinché venisse inviato sulla terra un altro “eroe” come Saddam Hussein, ovvero video propagandistici della vita eterna concessa a chi muore in nome di Allah contro le oppressioni del mondo occidentale.

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