A cura della Redazione

Lanciarono, il 21 gennaio scorso, una bici elettrica dai Murazzi a Torino, un giovane che si trovava in basso, dinanzi ad un locale della movida, venne colpito riportando gravi lesioni e ricoverato in ospedale in coma. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale del capoluogo piemontese hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale torinese e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, nei confronti di cinque giovani - due 18enni e tre minori tra i 15 e i 17 anni - dei quali 4 con precedenti di polizia, ritenuti gravemente indiziati di concorso in tentato omicidio.

Le indagini sono state avviate dopo immediatamente dopo quanto accade in quella tragica sera. Mauro Glorioso, studente palermitano di 23 anni, fu preso in pieno alla testa dal veicolo, uno di quelli che vengono utilizzati per il bike sharing, lanciato dalla balconata del Lungo Po Cadorna - Murazzi, mentre era in fila davanti alla discoteca The Beach. Il 23enne è ancora ricoverato, in terapia intensiva, presso il CTO di Torino.

L’attività, condotta da una task force composta da Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia San Carlo che, da oramai più di un anno, monitorano i giovani orbitanti nel centro cittadino per contrastare il fenomeno delle babygang, si è sviluppata attraverso l’analisi minuziosa delle numerose testimonianze raccolte sul posto e nei giorni successivi, nonché la visione dei sistemi di videosorveglianza cittadini e privati - oltre 120 telecamere e decine di ore di registrazioni - che hanno permesso di raccogliere gravi indizi di responsabilità a carico dei 5 indagati.

I giovani, giunti presso il lungo Po Cadorna, dopo essersi affacciati dalla balconata, avrebbero preso la bici lanciandola di sotto senza un apparente motivo. Si sarebbero poi dileguati dal centro cittadino utilizzando un mezzo della linea pubblica con il quale avrebbero raggiunto il quartiere di provenienza.

Nello sviluppo delle indagini molto prezioso è stato il contributo fornito da alcuni giovani testimoni che, numerosi, aderendo agli appelli alla collaborazione, si sono rivolti all’Arma per raccontare quanto avevano visto.