A cura della Redazione
Riempiono le piazze dei loro quartieri, vivono seguendo le leggi della strada, vestiti con scarpette e giubbotti griffati, parlano come adulti, conoscono le difficoltà e i traffici illeciti delle loro famiglie, ma non sono uomini bensì bambini. Molte fiction degli ultimi tempi narrano storie difficili di ragazzi che crescono tra omicidi, spaccio, carabinieri e blitz. Nella fiction “O’ Professore” o nel cortometraggio girato nel rione Provolera “Occhi sul muro” vengono riportate storie reali di adolescenti che crescono nella cultura dell’illegalità, dove lo Stato e le forze dell’ordine rappresentano dei nemici. Cercano di imitare i propri genitori, usando spesso linguaggi violenti e atteggiamenti da “guappo”, ma come Don Bosco ci ha insegnato “in ogni ragazzo c’è un punto accessibile al bene”. Partendo da questo insegnamento gli animatori dell’oratorio della Basilica di Santissima Maria della Neve, attivo dal febbraio 2008, cercano di “salvare” tutti quei bambini che si ritrovano a vivere da grandi in assenza di una guida familiare. «Vogliamo togliere i ragazzi dalla strada - esordisce Antonio Carotenuto, animatore dell’oratorio -. Noi partiamo dal presupposto che i bambini, anche se hanno avuto la sfortuna di nascere in una famiglia di camorristi, restano pur sempre dei bambini. Devono essere educati - continua - alla legalità, devono conoscere cosa voglia dire senso civico, fede, regole. In virtù di questi presupposti la nostra comunità parrocchiale ha creato questo oratorio, che con l’aiuto di mons. Raffaele Russo, rettore della Basilica, è diventato un punto di ritrovo per molti ragazzi». Il numero dei frequentanti del Centro è aumentato dopo l’ultimo blitz dei carabinieri. Infatti, molti bambini, con madri o padri in carcere, si sono ritrovati, nel migliore dei casi, a vivere con i parenti; altri affrontano la vita di tutti i giorni sempre da soli, abbandonando la scuola per cercare di “tirare a campare”. «Purtroppo - afferma Antonio - gli animatori sono pochi e l’oratorio è aperto solo tre giorni alla settimana: domenica, martedì e giovedì, perché la nostra è pur sempre un’attività di volontariato e cerchiamo di dedicare quanto più tempo possibile a questi bambini, tra studi e impegni vari. Se fossimo di più potremmo programmare eventi tutti i giorni. E’ difficile - prosegue - accattivarsi la fiducia di questi bambini, infatti il segreto consiste nel rapportarsi con discrezione e parlare di argomenti da loro proposti, come i carabinieri, la droga e la delinquenza. Pian piano poi, attraverso diversi discorsi, iniziano a capire che la vita è fatta di calcetto, giochi, gite, preghiere e scuola. Ascoltarli è la chiave giusta per far sì che i bambini ti vedano come un amico, un fratello. Bisogna aiutarli a suscitare in loro un interesse, una passione». Il Centro organizza diverse attività, tra cui la formazione che prevede la divisione dei ragazzi in due gruppi: maschi delle scuole medie e superiori, da una parte, e femmine solo di scuole medie, dall’altra. Recitazione, giochi agonistici, visite guidate, come quella alla Reggia di Caserta, lezioni di catechismo e d’istruzione, sono le attività preminenti che si svolgono all’oratorio. Da gennaio a maggio si svilupperà il progetto del recupero scolastico, in collaborazione con l’associazione M.a.r.t.a. (Minori a rischio Torre Annunziata), dove tutti i minori possono partecipare per ricevere un po’ di scolarizzazione. Il progetto ha la durata di sette mesi ed è stato possibile grazie al sostegno dell´amministrazione comunale. Spesse volte gli animatori fanno da accompagnatori ai bambini per farli assistere alle partite di calcio allo stadio Giraud. Ad ogni ricorrenza, inoltre, propongono spettacoli e si cimentano in attività artistiche e canore. «I ragazzi hanno voglia di fare - asserisce l’animatore - segno che c’è la volontà di cambiare, anche se in loro resta sempre un senso di amarezza, perché è difficile vivere in ambienti dove c’è degrado morale e materiale. Ricordo un episodio di qualche tempo fa, quando un bambino di sette anni durante una discussione mi disse: “Tu hai una famiglia, io ho solo un fratello delinquente”; parole agghiaccianti dette da un bambino di quell’età». In un quartiere dove vige la regola del più forte, vengono fuori iniziative importanti che dovrebbero essere sostenute da tutti. E’ vero che molti hanno paura di recarsi in quella zona, perché è vista come il Bronx di Torre Annunziata, ma tra quei vicoletti ci sono bambini che devono crescere e vivere come tutti quelli della loro età. Non hanno bisogno di essere etichettati come figli di camorristi perché non è una loro colpa, anche se per alcuni è un fardello difficile da reggere. Come scriveva il filosofo francese Joseph Joubert, “i giovani hanno più bisogno di esempi e di aiuti che di critiche”. ENZA PERNA