A cura della Redazione
«Questo incontro è importante se riusciamo a costruire qualcosa di positivo per i giovani a rischio di Torre Annunziata». Così Luciano Donadio, coordinatore cittadino di Scelta Civica, impegnato attivamente nel sociale, introduce il convegno svoltosi all´Istituto Salesiano di Torre Annunziata sulla "Prevenzione giovanile", organizzato in collaborazione con il movimento civico "Torre Futura". Le sue sono parole di chi, da anni, vive a stretto contatto con il disagio di bambini e ragazzi con alle spalle situazioni familiari difficili, per i quali il futuro sembra essere già scritto in chiave negativa. «Chi quotidianamente opera nei quartieri degradati della città - continua Donadio - sa che il tasso di illegalità è altissimo. Molto è stato fatto per contrastare questa situazione, da parte delle Istituzioni e delle forze dell´ordine. Tuttavia, occorre impegnarsi ancora di più, animati dall´amore verso il prossimo e per la propria terra». Di qui, l´appello alle Istituzioni: «Dateci gli spazi, le strutture lì dove c´è più degrado e miseria, per poter operare al fine della prevenzione». Tra i relatori del convegno, c´è anche Don Antonio Carbone, Salesiano, presidente dell´associazione "Piccoli Passi Grandi Sogni", che ha avviato, di concerto con l´Ambito Sociale N 30 il progetto "Emera", destinato a centoventi ragazzi disagiati del territorio vesuviano, e che ha come obiettivo quello di favorire l´aggregazione e la socializzazione attraverso attività ricreative e laboratori artistici e lavorativi. «L´impegno dei volontari, delle comunità parrocchiali, dell´Amministrazione comunale, delle forze dell´ordine è fondamentale per combattere la devianza giovanile - ha spiegato Don Antonio -. Forse oggi il problema è che gli adulti vogliono "fare" gli adolescenti. C´è invece necessità di creare uomini e donne responsabili, che sappiano educare ed accogliere i ragazzi in difficoltà. Quello dell´adulto è un ruolo ormai in crisi, non è più un punto di riferimento. Non è più educatore nel senso puro del termine. Il territorio vive una difficoltà di base legata alla mancanza di lavoro. Spesso si dà importanza al guadagno facile, e tale aspetto può coinvolgere anche gli adolescenti che rischiano di essere coinvolti in attività illecite. Manca l´educazione al lavoro. Ecco perché gli adulti devono fare gli adulti». Mons. Raffaele Russo sottolinea l´importanza del ruolo degli Oratori e dei preti. «Spesso le comunità parrocchiali si sostituiscono alle Istituzioni. Per costruire una città più bella e vivibile bisogna stare uniti. Insieme si può dar vita a qualcosa di bello per la collettività». Significativo l´intervento, poi, del colonnello Nicola Conforti, comandante del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata. «La prevenzione è l´essenza del nostro lavoro - ha affermato Conforti -. Oggi è più difficile fare qualsiasi cosa, anche il carabiniere. Non basta avere il grado, ma occorrono responsabilità ed autorevolezza. E soprattutto passione. Bisogna saper rapportarsi con i ragazzi e far capire loro che la legalità ha origine dalla piccole cose di tutti i giorni: indossare il casco sui motorini, allacciare le cinture, non sedersi davanti nelle auto insieme ai bambini. Dopo due anni e mezzo di permanenza qui a Torre Annunziata - ha concluso il Colonnello - posso dire che il territorio sta reagendo, mettendo all´angolo chi prima comandava nella città con la prepotenza». Parola chiave del contrasto al disagio giovanile diviene l´istruzione. Gabriella Pagano, giudice onorario del Tribunale dei Minori di Napoli, cita il Rapporto 2013 di "Save the Children". Emergono dati agghiaccianti, soprattutto in riferimento alla Campania. «Si sono ridotti i servizi educativi e socio sanitari offerti ai cittadini - spiega la Pagano -. La percentuale degli iscritti agli asili nido è la più bassa in Italia. Oltre 130 mila bambini vivono in condizioni di povertà assoluta. In tutto ciò, cresce esponenzialmente la dispersione scolastica, ed il 22 per cento dei ragazzi interrompe gli studi prematuramente per la crisi economica delle famiglie. Il livello culturale qui da noi è scarso, e ciò ricade inevitabilmente sui figli. Il budget destinato all´istruzione è appena di 130 euro l´anno, una cifra del tutto inadeguata. Altro problema - continua il giudice Pagano - è quello del lavoro precoce, spesso illegale e privo di qualsiasi diritto. Ormai si è diffusa la sensazione che la Scuola sia diventata inutile, non in grado di garantire il futuro. Ed invece, l´istruzione è fondamentale. Per questo è necessario coinvolgere i ragazzi in attività didattiche ed extracurriculari». Al discorso del giudice Pagano si riallaccia Felicio Izzo, una vita al servizio della Scuola. Il professore-assessore (con delega alle Politiche Sociali) della giunta Starita, critica fortemente le misure adottate dal Governo a sostegno dell´istruzione. «Quindici milioni di euro per contrastare la dispersione scolastica sono pochi. Tra l´altro, vengono erogati alle Regioni in virtù di criteri che non sempre sono oggettivi.Si pensi che la Lombardia è la regione che riesce ad ottenrne di più, ben 2,2 milioni. Mentre al Molise spettano appena 22 mila euro. Gli standard formativi risultano troppo statici e non in linea con le reali esigenze degli studenti. Spesso nelle aule non si comunica, ma si elargiscono semplicemente nozioni. Ed è questo il difetto più grande. Se poi aggiungiamo che la società è portatrice di valori che, alla fine, non lo sono, come il denaro, la bellezza fisica, ecc., allora si capisce perché questi ragazzi hanno difficoltà ad inserirsi e a relazionarsi. A discernere il bene dal male. La mia rabbia - conclude il prof. Izzo - è che disponiamo di un capitale umano straordinario di cui, però, stiamo facendo scempio». A concludere il convegno è Don Tonino Palmese, referente dell´associazione Libera. Le sue parole sono ben lontane dall´etichetta che si confà al suo ruolo di sacerdote. Taglienti, critiche, che smuovono le coscienze. «Nessuna scienza sociale è in grado di stabilire se la prevenzione da fenomeni devianti ha raggiunto il suo obiettivo. Per questo diviene un mistero. E´ un investimento fatto senza conoscerne i risultati. Credo che la questione legata ai giovani debba essere affrontata in chiave cristiana. Come diceva Don Bosco, anche nel ragazzo più disgraziato c´è un punto nel suo cuore dove poter raccogliere il bene ed il giusto. Dobbiamo comprendere che la fragilità e la debolezza dei più piccoli ed indifesi diventano criteri di incontro autentico. C´è bisogno di un patto sociale ed educativo fondato su questi due aspetti». Toccante, infine, la testimonianza di Carmine, un 17enne accolto nella casa famiglia "Matilde Sorrentino" attiva presso la Casa Salesiana di via Regina Mergherita. E´ qui da otto mesi per aver commesso alcuni reati. Le sue parole sono un inno alla speranza e alla volontà. Volontà di intraprendere una strada diversa, lontano dall´illegalità. «Ho paura di sbagliare di nuovo quando tornerò a casa, nei Quartieri Spagnoli. Stare qui mi ha fatto capire che, però, non posso più commettere errori. Da un mese faccio volontariato e sto imparando a fare il pizzaiolo. Voglio lavorare con mio padre e stare con la mia famiglia». Carmine è il perfetto esempio di chi può farcela. Anche se vive in un territorio "malato" come il nostro. Anche se la vita non gli ha dato ciò che avrebbe voluto... DOMENICO GAGLIARDI