A cura della Redazione
“Mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace, e […] conseguire con mezzi pacifici […] la composizione o la soluzione delle controversie o delle situazioni internazionali”. Con quest’auspicio, il 26 giugno 1945, vedeva la luce l’O.N.U., quella che sarebbe diventata la più grande organizzazione internazionale della storia. Dopo la barbarie e l’orrore di un conflitto che aveva annullato ogni dignità, sembrava finalmente che un vento di pace stesse scuotendo, forte, il mondo ferito. Pace. Una parola, questa, antica quanto l’uomo, ma che nel corso della storia è sempre stata oggetto di false promesse e ambigui compromessi. Un semplice pretesto, in molti casi, per far scoppiare una guerra. A distanza di 69 anni da quel 26 giugno, ancora più forte risuona il grido di un pianeta sicuramente cambiato, ma non per questo libero da conflitti. Ben 388 sarebbero, secondo un rapporto della Caritas italiana, i conflitti armati attualmente in corso sul nostro pianeta. Si tratta prevalentemente di conflitti che nascono da forti disparità sociali, da antiche tensioni di natura etnica o religiosa. Sintomo, a un’analisi più approfondita, di una crisi di proporzioni decisamente più vaste. Una crisi che tocca non solo quelli che un tempo venivano chiamati - in modo infelice - valori “non negoziabili” (diritto alla vita, alla felicità, al lavoro, alla libertà) ma l’identità stessa dell’uomo, sempre più schiavo di un egocentrismo che gli impedisce di aprirsi all’altro e trarre arricchimento dalle sue diversità. Ed è proprio nel nostro Occidente che questa crisi si è manifestata in maniera più forte, andando ad alimentare una cultura superficiale dell’immediato. Unica speranza sono le nuove generazioni. Una risorsa che spesso viene sottovalutata e che rischia di essere fagocitata dalla cultura del pessimismo. Proprio in questo contesto vuole collocarsi un’interessante iniziativa del nostro istituto, organizzata in collaborazione con le istituzioni locali. Una vera e propria “marcia della pace”, che martedì 3 giugno 2014 porterà centinaia di ragazzi a sfilare per le strade di Torre Annunziata sino a piazza Mons. Orlando (Chiesa S. Alfonso), dove avrà luogo poi un momento di riflessione e di confronto. Soltanto con l’apertura alla realtà, infatti, come ha ricordato recentemente anche papa Francesco, la scuola potrà educare al rispetto del diverso, all’accettazione del modo di pensare altrui e, quindi, alla pace. Nulla può invece nascere da “isole felici”, chiuse nel loro isolamento, lontane dalle esigenze e dai problemi dei nostri tempi. E’ soprattutto per evitare questo rischio che il nostro istituto ha deciso di spalancare i propri cancelli e di mettersi in gioco dimostrando che, come afferma il Dalai Lama, “la pace vera nasce dalla comprensione reciproca, dal rispetto, dalla fiducia. I problemi della società umana dovrebbero essere risolti in modo umano, e la nonviolenza fornisce un approccio adeguato”. FRANCESCO CRISTIANO III A Liceo Classico "Pitagora-Croce"