"Il Vesuvio è un vulcano attivo, come i Campi Flegrei ed Ischia, quindi non c’è bisogno di alcuna nuova ‘scoperta’ per sapere che prima o poi potrà eruttare; possibile eruzione che però non è sicuramente imminente, visto che non c’è alcun segnale che distingua l’attuale attività da quella degli ultimi 71 anni, ossia quiescenza".
Il direttore dell'Osservatorio Vesuviano, Giuseppe De Natale, interviene con una nota ufficiale sulle voci di un possibile "risveglio" del nostro vulcano, paventato da alcuni media. "Il fatto che esista una sorgente, laminare, di magma tra 8 e 10 km di profondità che alimenta tutta l’area vulcanica campana non è stato scoperto (di recente, ndr) dai ricercatori bensì da chi effettuò, tra il 1994 ed il 2001, gli esperimenti di tomografia sismica al Vesuvio ed ai Campi Flegrei (tra cui il sottoscritto). E' un fatto talmente noto che anche il numero di settembre dFocus, nel suo articolo sui nostri vulcani, lo rende graficamente nella figura principale; e non ha alcuna implicazione allarmistica: semplicemente, nei primi anni del 2000, riuscimmo a definire, come forma e come profondità, la sorgente magmatica di alimentazione primaria".
"Ogni informazione sullo stato dei vulcani campani che non provenga da canali ufficiali dell’INGV (l'Istituto Nazonale di Geofisica e Vulcanologia, ndr) potrebbe riportare l’opinione personale di qualche singolo ricercatore, italiano o straniero, oppure di qualche giornalista, politico o semplice cittadino, ma non riflette in alcun modo la visione ufficiale dell’INGV che, come si è detto, è l’unico Ente che rileva e studia in maniera continua, sistematica ed in tempo reale, lo stato dei vulcani - continua De Natale -. I cittadini quindi, e gli stessi giornalisti, se desiderano avere notizie certificate ed aggiornate sullo stato dei vulcani campani, possono consultare il sito web www.ov.ingv.it".
Ulteriori rassicurazioni giungono poi su quanto rilevato ultimamente ai Campi Flegrei. "I 20-30 cm di sollevamento di cui si riferisce, non sono relativi al Vesuvio - conclude il direttore dell'Osservatorio - bensì all'area dei Campi Flegrei, e sono stati accumulati in più di dieci anni".
Tutto tranquillo, quindi. La nostra "Muntagna" dorme... almeno per ora.