A cura della Redazione

Javier Arquerons Palom è il CEO di Alliance Vending, compagnia di gestione leader in Spagna, ma è soprattutto un protagonista della distribuzione automatica europea, spesso presente e promotore dei più importanti eventi del settore. Con lui abbiamo cercato di tracciare convergenze e differenze nel vending italiano e spagnolo, nella convinzione che il confronto sia il miglior stimolo per la crescita.

Conosce bene il vending italiano. Quali sono le differenze e le somiglianze tra Italia e Spagna?
Credo che la principale differenza stia nella cultura del caffè. Il consumo pro-capite di caffè in Italia è molto più alto di quello spagnolo e ciò comporta che anche la media dei consumi per ciascuna macchina in Italia sia di gran lunga superiore a quella della Spagna. Inoltre in Italia il caffè si consuma senza latte o se ne utilizza molto poco. Di conseguenza le misure dei contenitori per il latte nelle macchine che importiamo dall’Italia sono diverse.
Fino a qualche anno fa la qualità del caffè non era molto importante in Spagna. L’arrivo di Nespresso ha cambiato tutto e il consumatore è diventato più esigente. Questo ha permesso di dimostrare che utilizzando un caffè di buona qualità, si incentiva a consumare una maggiore quantità di caffè.
Altra differenza sta nella gestione tecnica. In Italia la manutenzione delle macchine di bevande calde viene realizzata in maniera più professionale rispetto alla Spagna. Tuttavia per quanto riguarda il trattamento degli snack e delle bevande fredde, credo che la Spagna sia un po’ più avanti: abbiamo una maggiore varietà di prodotti anche se molto, ovviamente, dipende dal gestore. In Italia così come in Spagna ci sono gestori eccellenti, buoni, mediocri e alcuni che hanno tanto da migliorare.

La Spagna è stato uno dei Paesi europei maggiormente colpito dalla crisi, ma anche il primo a rialzarsi. Quali strategie ha messo in campo il vending spagnolo per superare le difficoltà?
È molto difficile rispondere a questa domanda, perché ciascun operatore ha utilizzato una strategia diversa. In Spagna ci sono stati due tipi di crisi. La prima è stata quella del lavoro che ha obbligato a ridurre il numero di macchine. La seconda è derivata dall’incremento dell’IVA dall’8% al 10%, che ha creato sfiducia e frenato tantissimo il consumo. Alcune imprese hanno optato per una riduzione dei costi a tutti livelli, inclusi i più importanti che sono quelli di servizio (operatori, tecnici, ecc.). Credo che questo approccio sia sbagliato e che avranno più difficoltà a uscire dalla crisi.

 

Qual è l’attuale situazione del mercato spagnolo della distribuzione automatica?
La situazione attuale dipende da ciascuna impresa, ma in generale è buona. C’è molta più fiducia e ciò si riflette anche nel consumo.
I produttori di macchine vendono di più a quei gestori che hanno saputo superare la crisi, che hanno bisogno di nuovi sistemi di pagamento per migliorare la redditività dei propri clienti.
Per quanto riguarda la vendita dei prodotti, sta andando bene per coloro che hanno saputo sviluppare prodotti nuovi e formati speciali per il vending ad un prezzo competitivo, per quanto, a mio parere, il prezzo non è un fattore determinante.
I gestori che hanno saputo valorizzare i propri clienti e consumatori stanno andando molto bene e il 2015 è stato un anno molto positivo per loro.

Quali possibilità offre oggi il mercato spagnolo ad aziende italiane che volessero intraprendere, esportare, aprire attività nel suo paese?
Se oggi un gestore italiano volesse aprire un’attività in Spagna avrebbe esattamente gli stessi vantaggi e difficoltà di 10 anni fa. Credo che non importa quale sia la nazionalità del gestore, l’importante è avere le idee chiare e apportare novità e un valore aggiunto dovunque si voglia stabilirsi.
Ci sono grandi opportunità nei prodotti da offrire all’interno delle macchine. I consumatori vogliono vedere qualcosa di nuovo, di diverso, che non si possa trovare in un supermercato. Ad esempio, vendere prodotti italiani nei distributori spagnoli e viceversa è un’idea interessante. E sono idee come queste che possono essere supportate da eventi internazionali di associazioni come Confida o Aneda.