A cura della Redazione

Sono 1.200 i casi di aggressioni subite e denunciate dai lavoratori della sanità, quasi tre al giorno. I dati solo forniti dall’Inail e si riferiscono al 2018. E per molti le stime sono al ribasso rispetto ad un fenomeno più ampio, visto che spesso molti episodi non vengono denunciati dalle vittime.

Di questo si discuterà sabato 26 ottobre (ore 9,00) a Villa Guarracino a Torre Annunziata durante il sesto convegno regionale del Sindacato dei Medici Italiani.

Non sono un bersaglio! La violenza contro i medici: analisi e soluzioni, prevenzione e formazione”, il titolo del simposio al quale prenderanno parte tutti i vertici dello Smi. “Il nostro slogan – sottolinea il segretario nazionale Smi, Giuseppina Onotri – deve essere: prenditi cura di chi ti cura. Siamo convinti che sia una scelta saggia puntare l’attenzione sulla violenza contro gli operatori sanitari. Come Sindacato dei Medici Italiani siamo sempre in prima linea contro queste manifestazioni odiose, che minano alla base il rapporto di fiducia tra medici e cittadini”.

Un primo risultato significativo questa battaglia l’ha già prodotto, come sottolinea il segretario organizzativo nazionale dello Smi e promotore del convegno Mario Iovane: “Il 25 settembre – dice – il Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge per la sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie nell’esercizio della loro azione. Il provvedimento, messo a punto dall’ex ministro della Salute Giulia Grillo e sostenuto dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha trovato pieno sostegno anche con l’attuale ministro Roberto Speranza, sensibile alla richieste giunte dal mondo medico e degli operatori sanitari per fermare questo dilagante fenomeno”.

A tal proposito Iovane ha voluto ricordare le parole pronunciate da Speranza all’atto della votazione: “Gli episodi di violenza e le aggressioni a chi lavora nel mondo della sanità sono inaccettabili. Al Senato è arrivata una prima, importante risposta con un voto all’unanimità. È la strada giusta su cui continuare a lavorare”.

(Nella foto, Giuseppina Onotri e Mario Iovane)