A cura della Redazione

QUI POMPEI

Maximall Pompeii: l'Amministrazione comunale di Pompei insorge nei confronti del Centro commerciale di via Plinio a Torre Annunziata per l'uso "improprio" del nome di Pompei. 

A giorni i due uffici legali, quelli del comune pompeiano e del Parco Archeologico, si incontreranno per avviare tutte le azioni praticabili, anche in via cautelare e d’urgenza,  per bloccare lo sfruttamento improprio del nome Pompei. E’ quanto ha affermato il sindaco Pietro Amitrano. “I nostri uffici – spiega – stanno preparano una bozza di diffida che verrà sottoscritta anche dal Parco Archeologico. Non si può speculare su Pompei, non si può far finta di niente. Non permetteremo che si vada avanti in questo modo inaccettabile”.

C’è intesa, dunque, tra Amministrazione Comunale e Parco Archeologico per la tutela del nome della città, che  “rappresenta un contenitore di cultura non di merci e divertimenti”. 

“La misura è colma - continua il primo cittadino -. Avevamo evitato lo scontro legale convinti di avere a che fare con persone dotate di buon senso e rispettose della storia della nostra città. Così non è stato. Andremo fino in fondo ribadendo quanto sostenemmo già nel 2017. Utilizzare il ‘marchio’ della nostra città in un progetto che non riguarda Pompei né il suo territorio è una speculazione intollerabile, un falso storico e una pubblicità ingannevole”. 

Un comunicato stampa del Comune ha diffuso la notizia della singolare vertenza. Alla fine se va avanti così (nel senso che Maximall non terrà conto delle proteste congiunte di Comune e Parco Archeologico) toccherà alla magistratura stabilire se Pompeii (e non Pompei) è un appellativo riservato alla storia, e di chi ne fa parte, o è a disposizione di chiunque abbia intenzione di svolgere un’attività utilizzando il suo brand per attrarre clienti. 

(MARIO CARDONE)

QUI TORRE ANNUNZIATA

Della stessa idea di Amitrano sono anche molti cittadini torresi (basta leggere i post sui social), ma per motivi diversi. Molti avrebbero voluto che il centro commerciale venisse chiamato Maximall Torre Annunziata (Maximall Oplonti già esiste) perché ubicato sul territorio oplontino. Tuttavia riteniamo che i vertici della società IrgenRe abbiano optato per Maximall Pompeii (nome di Pompei in latino) perché interessati ai turisti che ogni anno visitano la città mariana e il Parco Archeologico (circa 4 milioni di visitatori nel 2019, tra Santuario e Scavi). E poi il brand Pompei è conosciuto in tutto il mondo, non altrettanto sarebbe stato con un qualsiasi altro nome. Su questo la società è stata senz'altro lungimirante. 

Dispiace, però, che si venga a creare un contenzioso tra il comune di Pompei e la società IrgenRe, anche se capiamo i motivi che hanno indotto il sindaco Amitrano ad assumere questa posizione. Va detto, però, che come ha affermato il sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione alla conferenza di presentazione del progetto Maximall Pompeii (dove l’assenza del sindaco di Pompei è stata notata, eccome): “… bisogna uscire dalle logiche campanilistiche ed avere una maggiore attenzione verso la crescita di tutto il comprensorio vesuviano”.

Infatti se è vero che Maximall Pompeii si avvantaggerebbe del flusso turistico di Pompei, è altrettanto vero che un’area vastissima avrebbe risvolti positivi sul tessuto sociale e occupazionale. In effetti, secondo lo studio commissionato dalla società IrgenRe Group a CACI, società di fama internazionale specializzata nelle valutazioni di fattibilità, ci sarebbero nel primo anno 12 milioni di visitatori diretti a Maximall Pompeii. E di questi numeri considerevoli se ne avvantaggerebbe la stessa città pompeiana e il Parco Archeologico, distante poche centinaia di metri dal centro commerciale.

In conclusione, senza voler entrare nel merito di chi ha torto o ragione, ci ritornano alla mente i versi conclusivi di Totò nella poesia ‘A livella”. Con il "netturbino" Ascione che si rivolge al "marchese" Amitrano:

“… Perciò, stamme a ssenti…nun fa”o restivo,
suppuorteme vicino, che te ‘mporta?
Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
nuje simmo serie…appartenimmo à morte!”. 

(ANTONIO GAGLIARDI)

(Nella foto, da sinstra il sindaco Pietro Amitrano e il sindaco Vincenzo Ascione)