A cura della Redazione

Tutti noi ci stiamo interessando dell’emergenza coronavirus a Torre Annunziata. Ma che succede ai nostri ragazzi che studiano e lavorano nel nord Italia?

Ci sono centinaia di giovani torresi che vivono da anni a Milano, iscritti alle università del capoluogo lombardo. Altri che hanno ottenuto supplenze annuali nelle scuole come insegnanti o personale ausiliario, tecnico ed amministrativo. Altri ancora che sono occupati in diversi settori economici. Non solo in Lombardia ma anche in Veneto, due regioni che hanno visto un afflusso di diplomati e laureati oplontini in cerca di un futuro migliore. Si trovano ora “nell’occhio del ciclone” per il diffondersi a macchia d'olio dell’epidemia arrivata dalla Cina e che sta colpendo migliaia di abitanti soprattutto in quell’area dell’Italia.

Ufficialmente 43 nostri concittadini sono ritornati a Torre Annunziata nei giorni scorsi. Ma molti altri sono rimasti al Nord, creando apprensione nei genitori e familiari, preoccupati per il rischio che corrono per la loro salute, molto più alto di quello che corriamo noi per il semplice fatto che lì la situazione è molto più preoccupante che dalle nostre parti.

Abbiamo contattato via social diversi nostri giovani per conoscere le loro storie.

“Dovevo laurearmi il 24 febbraio - ci dice Francesco che è a Milano - ma proprio quel giorno sono state sospese le sedute di laurea. Qui la situazione è drammatica, abbiamo tutti angoscia e paura”.

Siamo barricati in casa da due settimane - ci raccontano Carla e Nicola, docenti che insegnano a Verona - facendo lezioni a distanza ai nostri alunni. E pensare che all’inizio dell’estate dobbiamo sposarci a Torre”.

“Avevo appena trovato un’occupazione in uno studio di commercialista - afferma Luigi di Vicenza - e lo hanno chiuso chiedendoci di impegnarci nel telelavoro”.

“Sono da qualche anno  a  Milano - dichiara Federica - dopo aver conseguito la laurea triennale in infermieristica. Lavoro in ospedale con turni massacranti e non so a chi lasciare mia figlia visto che le scuole sono chiuse!”. 

E in tanti  sentono nostalgia della loro città natia e vorrebbero tornare ma non possono. Tutte testimonianze che ci descrivono forti disagi vissuti in periodo di pandemia da giovani torresi emigrati, costretti a lasciare la loro terra e ora in difficoltà per vari motivi. Per di più lontano dalle loro famiglie e senza poter ricevere alcun aiuto concreto. Ci auguriamo che passi al più presto ”a nuttata”, anche perché vogliamo che riacquistino serenità per poter proseguire nei loro studi o lavori in piena salute.