A cura della Redazione

L’ospedale Sant’Anna e SS. Maria della Neve di Boscotrecase sta vivendo, al pari di tutti i nosocomi italiani, una grave emergenza dovuta al contagio da coronavirus Covid-19. Al momento, per fortuna, sono solo tre i casi riscontrati e confermati dall’esame dei tamponi presso l’ospedale Cotugno di Napoli. Una donna di 49 anni di Trecase, maestra nella scuola Don Bosco-D’Assisi di Torre del Greco, dove si erano verificati già altri casi di coronavirus. Un uomo di 77 anni di Torre del Greco, ed infine un uomo di 72 anni di Terzigno. Tutti e tre trasferiti, poi, all’ospedale napoletano Cotugno.

Intanto, si è in attesa dei risultati relativi a due tamponi effettuati su pazienti che presentano sintomi influenzali e per i quali è stato predisposto il protocollo di sicurezza.

Il personale medico e paramedico è in trincea. Pur se non operano nelle stesse condizioni dei loro colleghi degli ospedali della Lombardia, sono soggetti a turni infiniti e massacranti, con la paura del contagio dietro l’angolo.

Come è accaduto lunedì 9 marzo, quando in ospedale giungono due persone anziane. Il primo con un’ambulanza del 118 in codice rosso, il secondo con lievi sintomi influenzali. Il più grave viene subito portato in pronto soccorso per essere intubato, mentre per l'altro si esegue il protocollo di sicurezza, ricoverandolo in appositi locali protetti. Entrambi, poi, vengono sottoposti al test del tampone. Il giorno dopo arrivano dal Cotugno di Napoli i risultati: entrambi i pazienti sono positivi al coronavirus. Da qui la decisione di chiudere il pronto soccorso dell’ospedale di Boscotrecase per 24 ore ed effettuare la sanificazione degli ambienti.

Ma intanto nell’ospedale aleggia un’altra preoccupazione. Il giorno dell’arrivo in codice rosso del 77enne, risultato poi positivo al tampone, medici ed infermieri sono stati a stretto contatto con il paziente per salvargli la vita. In quei momenti drammatici nessuno ha messo in conto di poter essere contagiato. Solo in un secondo momento, quando si conoscerà l’esito del test, i sanitari hanno chiesto di essere sottoposti a tampone. Richiesta negata perché, in base alle ultime disposizioni, i test vanno effettuati esclusivamente su pazienti che presentano sintomi influenzali.

“Non possiamo vivere con questa angoscia - ci dice un infermiere -. Vorremmo essere sottoposti all’esame del tampone per lavorare in serenità e tranquillizzare le nostre famiglie. E non possiamo nemmeno isolarci nelle nostre case perché in ospedale il personale è ridotto all’osso e le emergenze non finiscono mai”.

Come non capirli. Vivono in trincea, sono umani come noi. Mai avrebbero pensato di trovarsi in situazioni così drammatiche. A loro va senz’altro la nostra solidarietà e riconoscenza. Con la speranza che l’incubo che stiamo tutti vivendo diventi presto un brutto ricordo.

(Foto di repertorio)

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