A cura della Redazione

"Solo poche parole di doverosa, amorevole premessa alla drammatica testimonianza di nostra figlia che racconta della sua trionfante battaglia contro il Covid-19. Pensieri, i suoi, che ci permettiamo di rendere pubblici, perché narrano di un calvario, di sofferenze inenarrabili, di buio della coscienza, ma anche di solidarietà, vicinanza, affetto, rinascita. Giuliana, Segretaria Comunale nelle Marche, colpita dal male in quella regione, ci ha saputo donare, anche nella dimensione della grande sofferenza sua e nostra, momenti di enorme, struggente tenerezza. Trepidanti, affranti, totalmente immersi, meglio ancora, sprofondati nella dimensione indicibile del dolore che solo una madre e un padre possono sentire, abbiamo temuto e molto, ma mai disperato, sorretti dall’amore, dalla fede e dalla consapevolezza del gran bagaglio di coraggio di cui è fornita nostra figlia.

Siamo rinati con lei anche noi".

Anna e Alfonso Scognamiglio

LA DRAMMATICA TESTIMONIANZA DI GIULIANA

"Per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta. Per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta. E siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta.“Tenercela stretta”.

Ed io ho imparato a tenermela stretta. Ho lottato con tutte le mie forze per combattere il virus maledetto (lo tratto con spregiativo distacco). Ho vissuto momenti devastanti. Ho visto cose che rimarranno impresse nella mia mente, per sempre. Ho pensato di non farcela, ma ho vinto. Sono una sopravvissuta. Avrò bisogno ancora di un po' di tempo per recuperare le forze e riprendermi fisicamente e psicologicamente. Ancora oggi mi capita di svegliarmi la notte e pensare di non saper più respirare, ma ho vinto!

Ogni cosa che accade, lascia dei segni. Niente di più vero. Nei momenti in cui sono stata in ospedale ho rivisto a rallentatore tutta la mia vita. Volevo avere ricordi nitidi di tutto e avrei voluto rimediare ai miei errori. Poi, tra allucinazioni ed incubi, febbre a 41 e dolori tremendi, ossigeno e soffocamenti, tra flebo e prelievi arteriosi (che dolore), cocktail da sbornia di antivirali, tra braccia piene di lividi e prelievi nei posti più impensati (perché le vene erano sparite, anche loro), dopo aver passato tutto il tempo possibile a pancia sotto per aiutare i miei polmoni, giorno dopo giorno, dopo aver toccato il fondo il terzo giorno (o come mi ha detto qualcuno "dopo aver accarezzato Caronte"), ho capito che avevo la forza per tenermela stretta la mia vita. E ho lottato, con tutte le mie forze.

E ho capito che in questa lotta non ero sola. Non ho mai avuto tante persone vicine, nonostante fossi isolata dal mondo. Ho avuto mio figlio che ha superato l'ennesima esperienza devastante. È un uomo, un grande uomo, che mi ha accudita, anche durante l'infinito isolamento assoluto domiciliare. Ho avuto i miei genitori, invecchiati, per colpa mia, di colpo, ma sempre pronti ad una parola di conforto. Ho avuto mia sorella che ha sempre sorriso, ma con gli occhi angosciati. Mio cognato che, invece, mi ha fatto sorridere (lui non va in salumeria, va da Tiffany...). I miei nipoti alle prese con lezioni on line e compiti, i miei zii che mi hanno coccolata come quando ero piccola, i miei cugini, i parenti ed i parenti dei parenti. Gli amici vecchi e quelli nuovi, anche dei vari social. Ho avuto i miei colleghi, tutti, nessuno escluso, che hanno combattuto con me. Ho avuto gli inCONTEntabili. Ho avuto i saluti dal webinar. Ho avuto il prof. che più santo non si può. Ho avuto "la margherita". Ho avuto un avvocato... l'unico che mi ha sentito piangere (scusami). Ho avuto i miei sindaci e le mie giunte attuali sempre accanto, così come i miei collaboratori... anche se li ho spediti tutti in quarantena! Ho avuto i consiglieri tutti che mi hanno sostenuta. Ho avuto dirigenti di altri enti.

Ho avuto i miei ex sindaci, ex assessori e ex consiglieri e i miei ex collaboratori.

Ho avuto una compagna di stanza che ha combattuto con me e che farà parte, per sempre, della mia vita.

Ho avuto degli angeli che mi hanno curata: grazie al mio medico di famiglia, al personale medico, infermieristico, oss, tecnici, addetti alle pulizie dell'ospedale di Fermo che, oltre alle cure, mi hanno dato il calore umano che mi mancava e, suvvia, grazie anche a quelli di Jesi. Ho avuto gli operatori del 118 e i volontari delle ambulanze che mi hanno trotterellato in giro per le Marche.

Ho avuto dipendenti dell'Asur che mi hanno organizzato i drive e mi hanno fatto provare l'ebrezza della litigata, facendomi capire che stavo veramente meglio, gli stessi che mi hanno comunicato gli esiti dei tamponi. Hanno avuto una pietas nel dirmi che avevo il secondo tampone positivo e hanno saputo gioire con me ai 2 negativi. Grazie.

Ho avuto chi si è preso cura di mio figlio, quando era da solo in quarantena.

Ho avuto te, zio Carlo, che hai combattuto con me.

Ho avuto il dono di una seconda vita, sono rinata, non la sprecherò, per aspera ad astra e Vi prego RESTIAMO A CASA un altro pò"..

Giuliana Scognamiglio