A cura della Redazione

2 giugno 2020, Festa della Repubblica alla Casa Salesiana. Preghiera per l’Italia e per gli operatori sociali, sanitari e le forze di polizia impegnate in tempo di coronavirus a protezione della Patria.

Don Antonio Carbone, in occasione della Festa della Repubblica, ha inteso promuovere un'iniziativa con tutti i protagonisti in positivo di questa immensa tragedia sanitaria. E li ha ricevuti con un discorso molto accorato.

“Il 2 giugno - ha esordito - è una festa importante per tutti gli italiani. Ricordiamo il sacrificio di donne e uomini impegnati per offrici un’Italia repubblicana.

Il lavoro di operatori sanitari in questi mesi è stato indispensabile e lodevole; il lavoro delle forze di polizia ha assicurato protezione e sicurezza; l’impegno dei volontari, tra cui tanti giovani, ha dato sostegno morale ed economico a chi era nel bisogno. Il pronome più bello della lingua italiana è "NOI".

Diceva Sandro Pertini che “bisogna che la Repubblica sia giusta e incorrotta, forte e umana: forte con tutti i colpevoli, umana con i deboli e i diseredati”.

Il Coronavirus non ha portato con sé solo brutte notizie. Ci troviamo oggi, insieme a tanti altri, in uno dei luoghi simbolo dell’impegno verso i deboli e i diseredati. In questi mesi sono calati fino all'80% molti reati: dalle rapine, ai furti alma è aumenta l'usura. L’emergenza sanitaria, è diventa un’emergenza sociale, economica ed educativa.  La criminalità approfitta della pandemia per sostituirsi all'assistenza pubblica, ed è cresciuto probabilmente il consenso nei confronti dei clan. In questi difficili momenti, se non c’è la presenza dello Stato e della Chiesa per aiutare chi è nel bisogno, ci pensa la camorra, che poi sa come farsi ripagare”.

Poi don Antonio si rivolge a qualche ragazzo della Casa famiglia accolto in misura cautelare. “Durante questo periodo di emergenza, la parcella dell’avvocato o la spesa consegnata dal boss del quartiere a casa delle vostre famiglie dovranno poi essere ripagate amaramente, con il rischio di vanificare tutto quanto di buono farete in questi mesi o anni di comunità. Ad essere vicino a chi è nel bisogno non devono essere i gialli o i verdi ma il rosso (il colore dell’amore), coloro che amano nella gratuità, coloro che vogliono il nostro bene e non il proprio profitto.

L’Italia repubblicana siamo tutti noi per non esserci tirati indietro, noi per non esserci arresi, noi per aver rischiato ogni giorno!

Per più di un mese sono stati tutti a casa, tranne noi qui presenti, le categorie che rappresentiamo e pochi altri. Per le strade erano solo le nostre auto a circolare: educatori delle case famiglie, volontari per supportare chi era nel bisogno, forze di polizia. La mattina di Pasqua sono stato fermato da quattro posti di blocco andando dai Salesiani a Rovigliano per consegnare dei generi alimentari.

Oggi 2 giugno, non una parata militare ma un incontro di cittadini impegnati per il bene comune. Don Bosco – conclude don Antonio - ci ricorda che l’educazione è cosa di cuore e noi ci abbiamo messo il cuore per il bene della nostra bella Città! Buona festa della Repubblica!”.

L'inno di Mameli ha concluso, infine, la manifestazione.