A cura della Redazione

Il Covid-19, come prevedibile, ha generato panico anche sui mercati.  Da pochi giorni il crollo dei listini finanziari ha generato il “panic-selling” (vendita a tutti i costi di azioni o obbligazioni), fenomeno legato al maggiore stress dell’investitore che ha accentuato i cosiddetti bias comportamentali.

I bias comportamentali e cognitivi sono tecnicamente delle distorsioni psicologiche che influenzano negativamente il comportamento e le decisioni dell’investitore. Infatti, come spiega un articolo di Moneyfarm, si allontana dalla scelta di un portafoglio di investimento ottimale, efficacie e redditizio. In questo periodo di particolare disagio, questi bias sono diventati sempre più predominanti.

Analizziamo i bias comportamentali più diffusi e più prevalenti durante questa pandemia. Avversione alle perdite, overconfidence e bias di conferma sono le distorsioni più comuni secondo un’indagine condotta sul web, ricerche effettuate su Google e dati registrati dei Piani Individuali di Risparmio (i PIR).

Uno dei bias che forse prevale in questo periodo è quello relativo all’avversione alle perdite (leggi): è quando si è esposti a una situazione di crisi che c’è inevitabilmente una diversa percezione del rischio. Per questo motivo è più semplice assumere atteggiamenti di protezione e cautela. Nel campo degli investimenti è sempre più semplice e scontato prendere decisioni irrazionali, percependo quelle nel breve termine come più sicure.

Tutto questo è avvalorato anche dai comportamenti sui mercati in questo lasso di tempo, dove un individuo è più esposto all’onda dell’emotività. Liquidare la propria posizione può essere un rischio, se porta a scelte di investimento che compromettano prospettive e rendimenti.

Segue, subito dopo l’avversione, la cosiddetta overconfidence. Molti studi certificano che questo bias, nei periodi di forte volatilità, è particolarmente elevato. Durante l’ultimo mese, i servizi di trading online hanno visto un aumento del 50% (leggi) e su alcune piattaforme di trading le posizioni aperte sono cresciute del 300%, i volumi delle operazioni al 200%.

Si tratta di una modalità speculativa d’investimento, tipica del cosiddetto fai-da-te e focalizzata su strumenti spesso volatili, sulle criptovalute, e diversi altri strumenti di risparmio gestito. L’overconfidence in questo caso si scatena su quanti vogliono provare a sfruttare i periodi di volatilità per fare facili profitti.

Passiamo poi al cosiddetto confirmation bias, il bias di conferma, che si manifesta quando le persone selezionano prove per confermare una visione dei fatti precostituita, ignorando le evidenze contrarie. Dallo scoppio della pandemia questo bias ha assunto sempre più centralità. Si tratta di un bias associato, spesso, alla presunta drammatizzazione delle notizie finanziarie da parte dei media.

In un panorama frastagliato, in cui l’informazione è veicolata da canali non tradizionali, questo bias può diventare sempre più pericoloso, soprattutto per studi che hanno dimostrato, per gli investitori in criptovalute, una tendenza a focalizzarsi sui camali monotematici, spesso in conflitto d’interessi.

Come districarsi, contro queste distorsioni comportamentali? In uno scenario così vasto, ampio e pieno di pericoli, la soluzione è quella di affidarsi alle cure di un consulente. I numeri forniti da Assoreti confermano che le reti di consulenti finanziari hanno retto, meglio di tanti, l’impatto della crisi, con un +11.6 miliardi di raccolta netta positiva.

La via del risparmio continua ad essere la miglior garanzia per gli investitori, soprattutto in momenti in cui il mercato finanziario deve superare ardue prove: si tratta dell’unica opzione in grado di offrire al risparmiatore una serie di tutele, riviste e migliorate periodo per periodo.