A cura della Redazione

Quattro lunghi applausi hanno accompagnato il feretro di Giuseppe Russo, il ragazzo di 13 anni morto venerdì scorso durante il sonno nell’abitazione dei nonni a Torre Annunziata, dove stava trascorrendo le vacanze estive.

Il primo scroscio di applausi, all’uscita dall’abitazione di piazza Ernesto Cesàro gremita di persone; il secondo, al momento di varcare la soglia della chiesa dello Spirito Santo;  il terzo, sull’altare, quando i genitori si sono avvicinati alla bara del figlio per dargli l’ultimo saluto; il quarto all’uscita dalla chiesa.

Il rito funebre è stato officiato da don Pasquale Paduano. Affranti dal dolore i genitori di Giuseppe, giunti da Suzzara, i nonni, i familiari e tante persone che hanno voluto far sentire la loro vicinanza alla famiglia. Presenti anche il sindaco Vincenzo Ascione, che ha letto un salmo dall’altare, e il presidente del Consiglio comunale Rocco Manzo.  

“Quando muore un ragazzo – ha detto don Pasquale nella sua omelia – la nostra vita è segnata dal dolore. Di parole ce ne sono poche per lenire la nostra sofferenza; l’unica cosa che possiamo fare è confidare nell’aiuto del Signore, anche se in questo momento portiamo nel cuore tanta rabbia e tanti dubbi. La domanda che poniamo a Dio è il perché di questa dipartita così dolorosa. La fede è quella che ci può aiutare a vedere oltre la morte. Siamo certi che Giuseppe vivrà per sempre in Dio, come per sempre vivrà nei cuori delle persone che gli hanno voluto bene. Il nostro affetto va ai genitori, ai fratelli, ai nonni e a quanti lo hanno amato in vita”.

Giuseppe ora è volato in cielo, accompagnato dai palloncini bianchi e dal sottofondo delle note della canzone di Eros Ramazzotti ”E’ per te”.

(La Redazione esprime le più sentite condoglianze ai genitori, ai fratelli e ai nonni per l'incommensurabile perdita del loro caro Giuseppe)