A cura della Redazione

L’UIF, l’Unità di Informazione Finanziaria di Bankitalia, nel 2019 ha confermato il +7,9% sulle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette. Ovverosia 105.789 casi, più di 7.500 in più rispetto all’anno precedente: un incremento duplicato rispetto a due anni fa.

Tra i soggetti impiegati nelle segnalazioni di anomalie spiccano intermediari e operatori finanziari, ma i primi per incidenza sono gli operatori bancari e le Poste Italiane, in calo però rispetto al 72.5% del 2018: oggi si assestano al 64.5%.

Molto attivo come soggetto, e difatti è terzo nella classifica delle segnalazioni, il gioco d’azzardo, che passa dal 51.2 al 61.1%, distinguendosi per una collaborazione attiva che ha reso ancora più solido il sistema di prevenzione di riciclaggio e di atti illeciti. Il contributo più importante è stato offerto dai casinò online sicuri regolamentati dall’Adm. Tra i dati, interessante segnalare come siano difatti crollate le segnalazioni legate al finanziamento di terrorismo, diminuite di circa il 28% grazie anche ad una percezione sempre più bassa dei pericoli legati all’ISIS.

Ma il mondo del gaming cosa c’entra con tutto questo? L’universo ruotante intorno al gioco fisico e al gioco online è particolarmente apprezzato, diciamo così, e di conseguenza ricercato per il crimine organizzato, intenzionato come sempre a penetrare in un terreno fertile dal punto di vista economico.

Recenti indagini hanno peraltro testimoniato l’esistenza di una fitta rete di rapporti che dall’Italia si estendono al mondo, fino ad USA e soprattutto Canada: le mafie vedono nel gioco la possibilità di pulire denaro e allargare il proprio bacino di entrate.

Per questo l’UIF ha diretto la sua attenzione ai money transfer, agli operatori del FinTech e delle valute virtuali. Nel comparto non finanziario i rischi invece restano strettamente collegati nell’identificazione della titolarità effettiva e dei limiti derivanti dal segreto professionale. Grazie dunque alle segnalazioni degli operatori è possibile dunque dare seguito ad ogni tentativo di riduzione del fenomeno criminale in certi ambienti.

Nello specifico è emerso che l’84% delle segnalazioni è stato bollato come rating di rischiosità medio-alto, mentre il 18% è stato sottoposto ad approfondimenti mirati. Un sistema che mira ad arricchirsi con la frode, le truffe e l’abusivismo finanziario e non solo.

Per quel che riguarda il gioco, invece, si segnala una forte presenza di criminalità organizzata anche al di fuori dei confini italiani, il che fa capire quanto il gioco sia un affare su scala transnazionale. La Supranational Risk Assessment, cioè la valutazione sovranazionale dei rischi, ha individuato nel gioco e nelle scommesse due settori parecchio esposti al riciclaggio e al finanziamento terroristico.

Questo anche a seguito dei risultati raggiunti dal gioco in tutta l’Unione Europea: nel 2020 il fatturato del gioco è arrivato a 25 miliardi, un dato che resta notevole se si pensa a quello di un quinquennio fa, quando il contatore registrava “appena” 16.5 miliardi. La rete fisica invece è passata da 77.5 a 84 miliardi attuali.

Un giro di denaro da valorizzare ma prima ancora da proteggere. Per questo motivo nell’agosto scorso si è portato a conclusione un progetto per realizzare nuove modalità di inoltro di segnalazioni  soprattutto per gli operatori dei settori delle carte di pagamento e di giochi.