A cura della Redazione

La storia che stiamo per raccontavi è lo specchio dei nostri tempi. Crisi economica, degrado, invivibilità. Quartieri ormai diventati ghetti dove mantenere aperta un’attività commerciale diventa sempre più difficile se non impossibile.

A Torre Annunziata, tanti e tanti anni fa, il centro storico rappresentava il motore dell’economia locale, ricco di storia, di palazzi antichi, di negozi sempre pieni.  

Estate 1969. Con la bella stagione e il suo sole caldo due coniugi, torresi di adozione, decidono di aprire una nuova attività commerciale. Nasce l’Alimentari Enza in via Parini, quartiere Provolera. 

Un quartiere (allora) di tutto rispetto, una zona popolata e arricchita da compianti personaggi illustri della bella città oplontina. Sembra strano utilizzare questi termini date le attuali condizioni in cui versa il rione; eppure la Provolera era un quartiere ricco. Vi abitavano persone distinte, perbene, ricche di cultura e di animo buono. C’era il rispetto e l’amore per il vicinato. Ci si aiutava l’un con l’altro. Piccole botteghe lo caratterizzavano: il fruttivendolo, il macellaio, il tabaccaio. In questo contesto i coniugi Perna, Enza e Salvatore, decidono di trasformare la loro “cantina” in alimentari.

Con passione, sacrificio e professionalità, l’attività prende piede, diventando da subito punto di riferimento di eccellenze culinarie e non. C’era la fila nella bottega. I vecchietti accorrevano ancora per il dolce vino nella “damigiana di vetro” di don Salvatore e tutti correvano a mangiare la rosetta con la mortadella della signora Enzina. Panini abbondanti e di qualità. L’odore dei salumi inebriava via Parini.  Quella bottega aveva arricchito ancora di più il quartiere, un negozio che cercava di mantenere ancora un legame con la cantina.

 Ma i tempi cambiano, corrono, arriva anche lì la modernità. I coniugi allora iniziano a pensare e a gestirla diversamente soprattutto quando li affianca il figlio appena diplomato in chimica, Gianni.

Era il 1980.  L’attività diventa market, con l’introduzione di nuovi prodotti. Ma ben presto il quartiere inizia a cambiare. Col passare degli anni, molte persone si trasferiscono altrove. Si fa strada il contrabbando di sigarette, poi il mercato della droga e quello che era il simbolo della laboriosità e del benessere diventa l’emblema del degrado.

Il quartiere tanto popolato si impoverisce, non solo economicamente ma anche umanamente. La delinquenza prende piede. L’Alimentari Enza ne vive davvero tante, ma non molla mai la presa. Con grinta e pazienza affronta le tempeste che arrivano una dopo l’altra. Si aiuta addirittura la clientela dando da mangiare a chi è in difficoltà.

Gianni diventa il titolare e porta avanti l’attività commerciale con fermezza e professionalità, diventando un punto di riferimento per i clienti. Consulenze personali e lavorative, lettura di bollette, certificati medici e bugiardino dei medicinali. Insomma Gianni è stato “il signor tutto” per anni fino ad oggi.

Durante il lockdown, l’Alimentari Enza ha aiutato il vicinato, garantendo sempre un pezzo di pane a chi ne aveva bisogno e a chi in questo periodo era impossibilitato a lavorare. Ma la gente cambia. La bella Provolera degli anni ‘60, ‘70 e gli inizi degli anni ‘80 non esiste più.

Rispetto a questi scenari, Gianni decide dopo 50 anni di abbassare la saracinesca. ”Basta, adesso basta - afferma con impeto e convinzione – non voglio più lavorare in queste condizioni. Non si può. Questo quartiere è finito e con esso purtroppo le persone. Ho lavorato per anni, mettendo da parte il mio io per portare avanti un’attività tanto amata dai miei genitori. E ci sono riuscito. Ho affrontato con dignità momenti difficili. Ho aiutato tutti come potevo – continua – ho creduto nel cambiamento, ma mi sono illuso. Quel che resta ora è solo degrado, maleducazione, inciviltà e prepotenza e di fronte a questo non si può combattere. Preferisco – conclude - dire basta, non ne vale più la pena!”.

I negozi spesso sono l’emblema di una città. Raccontano le storie di un popolo o di un quartiere, tengono in vita il presente e il passato. Ora, però, un’altra saracinesca si è abbassata. Si spengono le luci di un’altra insegna. Calerà il buio in via Parini 65, un buio che nasconde in realtà un abbandono, un passato cancellato, un presente disastroso e un futuro sempre più nero.