A cura della Redazione

Una storia a lieto fine quella vissuta dalla signora R.P., sgomberata con la sua famiglia dal suo alloggio nel quartiere Carceri all'inizio di quest'anno perché la sua casa era in pericolo di crollo.

Della sua vicenda se ne è interessato perfino Papa Francesco, che le ha espresso vicinanza attraverso una lettere fatta recapitare al rettore della Basilica della Madonna della Neve, mons. Raffaele Russo.

Ma facciamo un passo indietro. R.P. ha una figlia piccola con una disabilità e un marito con vicissitudini giudiziarie. Ha un alloggio in un palazzo che la Procura della Repubblica oplontina, a gennaio di quest'anno, decide di far sgomberare perché rischiava di crollare sulla strada. E' così che la donna con marito e figlia si trasferisce a casa della mamma. Ma qui bisogna trovare una sistemazione anche per la famiglia dell’altra figlia, anch’essa soggetta a sgombero. Tre nuclei familiari, quindi, sotto un unico tetto, con una bambina di 16 mesi a cui l’Asl ha riconosciuto la sindrome della catatonia, un disturbo comportamentale caratterizzato dalla perdita dell'iniziativa motoria.

E’ a questo punto che la nonna, disperata, scrive a Papa Francesco chiedendo il suo aiuto. La lettera avrà colpito le persone più vicine al Papa, tanto che dal Vaticano arriva una missiva a monsignor Raffaele Russo affinché si renda disponibile a trovare una sistemazione adeguata a questa famiglia.

Ma ecco il “colpo di fortuna”. Grazie ad una serie di requisiti, tra cui anche la patologia della piccola, la richiesta inoltrata da R.P. per un alloggio popolare al comune di Torre Annunziata può essere esaudita. Il 5 ottobre il decreto sindacale dell’assegnazione di un’abitazione di 40 metri quadrati nel quartiere Penniniello e la successiva consegna delle chiavi.

“Non c’è stata alcune via preferenziale – ha commentato l’assessore al Patrimonio Emanuela Cirillo -. La famiglia aveva tutto il diritto di avere un alloggio in base a criteri oggettivi che le hanno permesso di scalare la graduatoria”.