A cura di Enza Perna

Riaprono le scuole e si ritorna in presenza, seppure a scaglioni. E’ quanto ha disposto l’ordinanza n. 1 della Regione Campania sulle disposizioni delle attività didattiche sul territorio.

Ma non tutti i genitori a Torre Annunziata sono d’accordo. Tornare a scuola? I contagi sono aumentati? Quattro ore con la mascherina? Finestre aperte? Chi gestirà gli assembramenti all’esterno delle scuole?

Una serie di domande poste di continuo, soprattutto sui social.

Ed ecco che nasce il gruppo facebook “Tuteliamo i nostri figli. Scuole chiuse a Torre Annunziata”, con circa 600 adesioni

Un gruppo di mamme che chiedono di essere ascoltate dal primo cittadino Vincenzo Ascione.

“Volevamo fare una manifestazione all’esterno della sede comunale – scrive Cira D’Ambrosio – ma con questa pandemia non è il caso. Allora spero che attraverso il giornale arrivi la nostra richiesta al sindaco. Solo lui può aiutarci a tutelare i nostri figli. Solo lui può gestire il suo territorio”.

Tutela minori, salute, sicurezza, libera scelta e soprattutto paura. Questi sono i sentimenti condivisi dalle tante mamme del gruppo. Ognuna scrive il proprio pensiero o raccontando la sua verità.

Veronica Alison scrive: “Sono mamma di due bambini di 8 e 3 anni. Sono sereni a casa, la Dad (Didattica a distanza) sta procedendo a gonfie vele, non chiedo altro che la possibilità di tutelare la loro salute. Questo Covid non è un virus come quelli influenzali ma può essere letale, non si sa come si manifesterà”.

Teresa Fortunato, nel suo commento si rivolge direttamente al sindaco Vincenzo Ascione: “Caro sindaco vorrei chiederle ma lei in prima persona è andato nelle scuole a verificare gli ambienti e la loro messa in sicurezza? Da primo cittadino e conoscendo le problematiche serie della nostra città, sia economiche che organizzative, avrebbe dovuto approfondire di persona per preservare l’incolumità dei suoi piccoli cittadini. Lei ha firmato la chiusura delle scuole quando i contagi erano pochi in città, e oggi, in vista di una terza ondata e con più di 50 contagi giornalieri, ha deciso di riaprile?  Ma un po’ di buon senso? Perché dobbiamo apparire quelli che non siamo?  La realtà nella nostra città è ben diversa. Noi mamme ci stiamo facendo in quattro per seguire i nostri figli e le insegnanti stanno facendo il triplo del lavoro e la DAD funziona bene. Io ho due figli – conclude -  uno in quinta e l’altro in prima elementare. Quest’ ultimo con disabilità, e le posso assicurare da madre che non manderò i miei figli nel focolaio a bruciare, li terrò a casa e lei insieme ai dirigenti scolastici dovete garantire la DAD. Si faccia valere non faccia decidere gli altri al posto suo”.

In aggiunta al commento della signora Teresa, la mamma Paola Carotenuto racconta: “Sono figlia di infermiera e so benissimo in che situazione stiamo.  L’ospedale pediatrico Santobono di Napoli ha già 20 bimbi con una malattia nuova. Ritornare a scuola nel momento dell’influenza stagionale e in prossimità della terza ondata dell’infezione, è mettere seriamente a rischio la loro salute. Si parla di sicurezza ma non potete chiederci di fidarci, non possiamo mettere i nostri figli in mano a chi ci diceva che era una semplice influenza, nelle mani di chi ha regalato soldi per le vacanze”.

Sono agguerrite, sono mamme spaventate. Come Giusy La Rocca: “Se non siamo lì a fare una rivolta è solo per la salute dei nostri figli e per rispetto verso gli altri cittadini, ma soprattutto per cercare di non far aumentare ancora di più i casi. Oggi 60 contagi, qui si parla di terza ondata. E ’possibile che il sindaco pensi davvero che si possa tornare in presenza?”.

Si è molto discusso sui social anche sulla validità della Dad. Per alcuni non sembrerebbe istruttivo questo metodo di insegnamento, mentre per altri sta procedendo bene tanto quanto la presenza in aula.

Mery Troiano Passeggia a proposito della Dad scrive: “Da premettere che mia figlia ha delle splendide maestre alla scuola di via Gioacchino Murat, molto brave ad insegnare e ad andare avanti con il programma anche attraverso un pc. La Dad è scuola. Quattro ore con spiegazioni e il pomeriggio compiti. I bambini devono essere tutelati da noi mamme ma il sindaco deve darci gli strumenti per poterlo fare. Scegliere di tenerli a casa e proseguire con la Dad”.

Davvero non si contano i commenti sul gruppo facebook. Queste sono solo alcune dichiarazioni di mamme spaventate, mamme che vogliono scegliere il bene dei loro figli. Mamme che temono di combattere una guerra col mostro invisibile. Mamme che da più di un anno restano a casa coi propri figli cercando di garantire loro comunque un buon livello di istruzione.

La scuola, l’istruzione, la socializzazione sono fondamentali nella crescita di un bambino. Però le domande si rincorrono: “Ma in un momento difficile come questo, in un’era in cui la tecnologia permette le lezioni a distanza, vale davvero la pena rischiare e fare un passo così azzardato? Ad un anno dell’epidemia costa davvero tanto aspettare qualche altro mese? Sarebbe così deleterio per il bambino?”.

Scelta, ecco cosa vogliono le mamme: la libera scelta, per salvaguardare la salute dei propri figli.