A cura della Redazione

L’emergenza sanitaria ancora in atto in Italia e le successive misure contenitive della crisi economica adottate dal Governo hanno contribuito alla fortuna delle carte di credito.

Difatti, esse appartengono alla categoria delle carte di pagamento elettronico che stanno progressivamente sostituendo l’uso del denaro contante, convincendo una platea sempre maggiore di utenti, ivi compresi tutti i soggetti più perplessi e in generale meno propensi alla tecnologia.

Entrando nel merito dei motivi a fondamento di questo cambiamento, sicuramente devono menzionarsi gli “incentivi” statali, come il programma Cashback (soprattutto all’indomani del clamoroso successo dell’iniziativa anticipata al periodo natalizio) e la lotteria degli scontrini che partirà dal prossimo mese di febbraio. Entrambi hanno acceso l’interesse degli italiani al mondo delle carte di credito, dal momento che tramite esse avrebbero potuto fruire dei suddetti programmi a sostegno del reddito.

Basti soltanto considerare che il Cashback di Natale ha segnato un aumento di ben il 18% del numero di transazioni a mezzo carte di credito.

Tuttavia, non può non considerarsi altresì l’incisività della parziale riduzione dei costi delle operazioni concluse a mezzo di questa tipologia di carta, oltre che delle commissioni bancarie generalmente applicate dagli istituti di credito emittenti.

A solo titolo di esempio, si consideri che il canone di gestione è passato da una media di 6,30 euro ad una di 6,23 in un arco temporale piuttosto breve ed inoltre la spesa per l’attivazione si è ridotta di oltre il 22%.

Tuttavia, è bene sottolineare che sul mercato vi sono due diverse tipologie di carte di credito e cioè le revolving (o, “a rate”) e quelle “a saldo”: mentre le prime garantiscono una vera e propria linea di credito in favore del cliente, le seconde consentono di posticipare i pagamenti dai 7 ai 40 giorni a seconda delle condizioni applicate.

Da questa differenza chiaramente discende una diversa valutazione delle voci di costo a carico del titolare, di cui avere contezza leggendo attentamente il foglio illustrativo.

Infatti, ad esempio, per le carte di credito revolving sarà necessario esaminare il tasso di interesse annuale (o, Tan) applicato dalla banca, mentre per una conveniente credit card a saldo può rivelarsi sufficiente analizzare le voci connesse all’uso della carta oppure quelle relative alla gestione annuale del conto associato.

Ciononostante, le carte di credito restano comunque oggettivamente meno economiche delle altre carte di pagamento (quali, carte di debito e prepagate), anche in ragione della diversa operatività garantita al titolare.

Pertanto, qualora i costi dovessero superare la disponibilità del cliente, questi può optare per un altro strumento di pagamento che sia più in linea con le proprie esigenze economiche e funzionali (per ulteriori approfondimenti su caratteristiche e vantaggi di carte di credito, carte di debito e carte prepagate: https://www.cartedipagamento.com/).