A cura della Redazione

Le conseguenze dell’emergenza sanitaria sulla situazione reddituale delle famiglie italiane emerge in maniera chiara dall’esame dell’andamento del mercato finanziario: non a caso, infatti, risultano in crescita rispetto al passato le domande di accesso al credito finalizzate ad ottenere liquidità e, tra l’altro, per importi non particolarmente elevati.

Probabilmente rivolgersi agli istituti di credito, sempre laddove in possesso dei requisiti di volta in volta richiesti, costituisce una valida soluzione per affrontare un periodo di crisi economica che si spera abbia una durata limitata.

Tra le forme di finanziamento ad oggi maggiormente diffuse vi è la cessione del quinto dello stipendio, che si differenzia rispetto alle altre tipologie per le particolari modalità di rimborso del capitale oltre che per le garanzie prestate alle banche.

Tuttavia, stante l'eterogeneità e la molteplicità dei prodotti disponibili sul mercato, è sempre opportuno che il soggetto interessato valuti l’effettiva convenienza delle offerte in relazione ad una una serie di elementi, quali il Tasso Annuo Nominale (Tan), il Tasso Annuo Effettivo Globale (Taeg), le spese di istruttoria e le commissioni applicate dall’istituto.

In particolar modo, il Taeg consente di valutare il costo complessivo del finanziamento richiesto, che sarà a carico del richiedente/debitore e che in ogni caso non può superare un certo limite percentuale: a quest'ultimo proposito, si rammenta che con un Comunicato della Banca d’Italia di fine dicembre 2020 sono stati resi noti i tassi soglia anti-usura da applicare alle cessioni del quinto dello stipendio nel periodo gennaio-marzo 2021.

Tale valore muta a seconda dell’importo del finanziamento e, infatti, per i prestiti dietro cessione del quinto inferiori a 15 mila euro esso è pari al 17,9250%, mentre per quelli superiori a tale somma la soglia è fissata al 13,6125%.

La cessione del quinto è ormai accessibile sia ai dipendenti pubblici e statali che a quelli privati, ovviamente con le opportune differenze dovute alla differente stabilità occupazionale: infatti, per quest’ultima categoria di lavoratori non è sufficiente essere titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato (o di uno a tempo determinato di durata superiore a quella del finanziamento) come per i pubblici, ma occorre altresì garantire l’affidabilità del datore di lavoro.

In entrambi i casi, però, la rata mensile (comprensiva di interessi) non può essere superiore al quinto della prestazione retributiva netta percepita dal richiedente e viene trattenuta direttamente dal datore di lavoro, che a sua volta provvede a versarla nelle casse dell’istituto di credito erogante.

Ciò posto, il cliente lavoratore può richiedere agevolmente l’accesso ad un prestito dietro cessione del quinto dello stipendio, dotandosi di un valido documento di riconoscimento, delle ultime due buste paga, del Cud e del certificato di stipendio (per ulteriori approfondimenti sui vantaggi della cessione del quinto dello stipendio: Zonaprestiti.com).