A cura della Redazione

Trend dei contagi da coronavirus in crescita in Campania, e aumentano anche quelli legati alla frequenza degli studenti nelle scuole. In poco più di 10 giorni (dal 25 gennaio al 4 febbraio), fa sapere l'Unità di Crisi della Regione, ci sono stati 2.280 nuovi positivi tra tutte le fasce d'età della platea scolastica. 

"L'Unità di Crisi ha deciso di aggiornarsi a martedì prossimo, per un esame ancora più mirato e aggiornato dei dati di contagio nelle scuole, anche in relazione alle attività in presenza che sono ripartite da lunedì scorso", si legge in una nota.

Sulla situazione epidemiologica, è intervenuto anche il presidente Vincenzo De Luca. "Avevo dato, la scorsa settimana, alcune raccomandazioni al mondo della scuola - ha detto -. Non avevo firmato nessuna ordinanza, ma avevo segnalato dei problemi raccogliendo le preoccupazioni della stragrande maggioranza delle mamme e dei papà e anche della stragrande maggioranza dei docenti. Noi siamo andati avanti in queste settimane avendo una pressione da parte del Ministro dell’Istruzione per aprire sempre e comunque le scuole".

"Io ora vorrei parlarvi da padre di famiglia: volete che non sappiamo anche noi quanto non sia delicato non avere la frequenza scolastica normale - prosegue De Luca -. Ma vorrei che partissimo tutti quanti da una convinzione: la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute dei nostri figli. Credo che almeno su questo, da padri, da madri, da docenti, dovremmo essere tutti quanti d'accordo. Nelle scuole della Campania, negli ultimi dieci giorni (25 gennaio-4 febbraio) abbiamo registrato 2.280 nuovi positivi tra i nostri ragazzi. Questi sono i dati rispetto ai quali siamo obbligati a ragionare e a prendere decisioni. Da padri di famiglia, da madri di famiglia, da educatori. Ci troviamo a un bivio: facciamo il lavoro di prevenzione, avendo davanti agli occhi dei dati che sono pesanti e ci preoccupiamo che questi dati non si estendano in maniera esponenziale alle scuole, alle famiglie e poi a tutti i cittadini o decidiamo di rimanere passivi e di intervenire fra un mese quando magari avremo le terapie intensive già ingolfate di pazienti che lottano tra la vita e la morte". 

"Questa è l'alternativa - conclude De Luca - che abbiamo di fronte nelle prossime ore: intervenire oggi sulla base di quei dati preoccupanti e fare da subito un lavoro di prevenzione, o intervenire tra un mese con il rischio concreto di avere nel frattempo mille morti in più. Non ho alcuna serenità nel dirvi queste cose, ma ho il dovere di dirvele, da padre di famiglia".