A cura della Redazione

Sono passati 17 anni dall’omicidio di Matilde Sorrentino.

Quella che poi sarebbe diventata per tutti la “Mamma Coraggio”, venne assassinata il 26 marzo 2004 sull’uscio del proprio appartamento in via Melito. L’esecutore materiale dell’omicidio sta scontando l’ergastolo.

Matilde denunciò gli uomini che avevano abusato di suo figlio e di altri bambini nella scuola elementare di via Isonzo nel rione Poverelli.

Il magistrato emerito Michele De Gaudio immmagina si incontrarla in riva al mare...

"Ciao, Matilde, come mai passeggi in riva al mare? Il tuo sguardo cupo si apre al sorriso. Stai pensando ai nipotini, lo so. I tuoi figli hanno raggiunto un equilibrio umano e sociale. Salvatore soffre ancora, ma non lo dà a vedere. Oggi indossi un abito tutto colorato: l’arcobaleno, la comunità, la vita. Sai, quei mostri vestono di nero: solitudine, emarginazione, morte. Sì, hai ragione, ho sbagliato termine, sono comunque esseri umani. Ora fai la paternale proprio a me? È vero, la Costituzione  esclude pene contrarie al senso di umanità e pretende che abbiano lo scopo di risocializzare il condannato. Ma che, dove abiti adesso, hai studiato giurisprudenza? Che stupido, dimenticavo che lì si sa tutto e anche oltre. Dici la verità, vieni spesso a trovarci? Ho capito, hai bisogno della tua famiglia… e loro hanno bisogno di te. Ti posso abbracciare? Oh, scusa c’è il covid! Ora ridi. Mi prendi in giro, tu non puoi infettarti! Come vorrei che potessi beccartelo nella vita del tempo!"