A cura della Redazione

"L'omicidio di Matilde Sorrentino ha rappresentato il tragico epilogo di una delle più squallide e gravi vicende criminali verificatesi a Torre Annunziata". Il Procuratore Capo della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, in una lunga nota descrive le attività di indagine che hanno portato alla condanna all'ergastolo (con isolamento diurno) del mandante di quell'efferato delitto, Francesco Tamarisco (sentenza arrivata proprio oggi ed emessa dalla I Sezione della Corte d'Assise di Napoli), e dell'esecutore materiale del delitto, Alfredo Gallo, quest'ultimo sempre proclamatosi innocente ma condannato anch'egli all'ergastolo con sentenza definitiva nel maggio 2005. Gallo fu inchiodato dalla testimonianza del figlio di Matilde, che lo aveva riconosciuto al momento di allontanarsi dopo l'omicidio.

"Mamma coraggio", come venne poi ribattezzata la donna, fu uccisa sull'uscio di casa nel marzo 2004. Aveva "osato" denunciare la rete di pedofili che fino al marzo/aprile 1996 aveva abusato sessualmente di minori indifesi, tra cui suo figlio . 

Il dibattimento, conclusosi con la sentenza di condanna di Tamarisco, è iniziato nel febbraio 2019 e si è protratto per 43 udienze, nel corso delle quali sono stati sentiti 11 collaboratori di giustizia e diversi testimonianze.

Le indagini, coordinate dalla Procura oplontina (pm Pierpaolo Filippelli) hanno disvelato uno scenario raccapricciante. I bambini, di età compresa tra i 6 ei 7 anni, venivano storditi con droghe e sostanze alcoliche da alcune donne per poi essere violentati dagli "orchi", con tanto di foto scattate e video ripresi durante le violenze per poi essere immessi nel circuito illegale della pedopornografia.

Gli abusi venivano perpetrati in case private o nella scuola del rione Poverelli, il III Circolo Didattico, un vero e proprio "quadro degli orrori", scrive il Procuratore Fragliasso. "Mamma coraggio", insieme ad altre due madri, squarciò il velo di omertà, denunciò tutto. E come ritorsione per quel suo atto fu uccisa. La sua denuncia, il suo coraggio, però, hanno consentito alla Giustizia di fare Giustizia.