A cura della Redazione

Stop alla produzione di mascherine allo Spolettificio Esercito di Torre Annunziata. E’ quanto è stato deciso dai vertici dell’Agenzia Industria Difesa (Aid) che non intendono rinnovare la convenzione con lo storico stabilimento torrese.

Sul piede di guerra le Organizzazioni sindacali che vedono cancellati di punto in bianco oltre 50 posti di lavoro, occupati poco più di un anno fa da giovani assunti con contratto interinale.

“Consideriamo assurdo il comportamento della Direzione dell’AID nei confronti di questi giovani lavoratori – si legge in una nota a firma di Cgil-Cisl-Uil-Confsal.Unsa-Confintesa RSU Spolettificio - penalizzati pesantemente da questa ignobile decisione, soprattutto in un momento in cui in Italia c’è “fame” di mascherine FFP2, rese obbligatorie dal governo e dagli organi sanitari per effetto della pandemia ancora in corso”.

Poi l’appello al direttore dell’Aid Nicola La Torre: “Pertanto ci rivolgiamo a lei Direttore affinché questa decisione, assunta fuori da qualsiasi logica, venga immediatamente annullata, dando modo il giorno 3 gennaio 2022 di riaprire il reparto e la produzione delle mascherine e, nel contempo, di avviare il montaggio della nuova macchina, cosa che può avvenire in parallelo con il prosieguo della produzione”.

Nel 2020, con l’avvento della crisi pandemica, lo Stabilimento Militare Spolette di Torre Annunziata si è da subito attivato per la produzione di mascherine chirurgiche e FFP2, garantendo una produzione mensile che sfiora i 3 milioni di mascherine chirurgiche e un milione di FFP2.

Con la produzione di mascherine si pensava ad una nuova mission per lo Spolettificio, visto che attualmente nello stabilimento militare si effettuano solo la dematerializzazione dei documenti e la rottamazione di armi provenienti da lasciti spontanei o trasmesse dall’autorità giudiziaria.

Ma quale potrebbe essere il motivo del mancato rinnovo della convenzione dell’Aid con lo stabilimento di Torre Annunziata? I sindacati denunciano una giacenza nei magazzini di circa 40 milioni di mascherine prodotte e mai immesse sul mercato per inefficienza dei vertici dell’Aid. E pertanto chiedono che vengano mantenuti gli impegni assunti in precedenza circa una distribuzione capillare dei dispositivi di sicurezza nelle scuole e nelle altre istituzioni dello Stato.

Il nostro auspicio è che si riesca a trovare una soluzione e che non vengano disattese le aspettative di oltre 50 giovani lavoratori ad appena un anno dalla loro assunzione.