“La prossima settima riapriremo i reparti che erano stati chiusi per ospitare i malati di Covid. La situazione, in merito al contagio, è sotto controllo, ci sono tutte le condizioni per riaprire le attività ordinarie che in questo periodo erano state sospese”.

E’ la dichiarazione del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca dopo il calo dei contagi e dei ricoveri nelle terapie intensive di quest’ultima settimana.

A questa punto una domanda è d’obbligo: “Quando riprenderà la funzione ordinaria dell’ospedale di Boscotrecase, trasformato in Covid Hospital circa due anni fa?”.

Una domanda a cui oggi nessuno è in grado di rispondere per tutta una serie di motivi. Quello principale è la carenza di personale sanitario, la maggior parte del quale trasferito all’ospedale Maresca di Torre del Greco. Infatti, mentre prima esisteva un’unica direzione sanitaria dei due ospedali, sotto il nome di “Ospedale dell’Area Vesuviana”, ora l’ospedale corallino ha un suo direttore sanitario, il dott. Fernando Siani, mentre quello boschese ne ha un altro, il dott. Adriano De Simone, peraltro in procinto di trasferirsi al nord d’Italia.

Si può senz’altro affermare che il “Maresca”, da ospedale in stato di smobilitazione nella fase pre-Covid, sia diventato oggi una struttura completa ed efficiente, in grado di affrontare egregiamente le svariate problematiche che investono il territorio dal punto di vista sanitario. Ma bisogna altrettanto dire che tutto ciò è avvenuto a discapito dell’ospedale di Boscotrecase, che è stato letteralmente smobilitato di quasi tutte le unità operative e di personale. Attualmente esistono solo i reparti di pneumologia, cardiologia (molto ridotto), medicina generale e terapia intensiva. E solo nel caso in cui un paziente affetto da Covid avesse bisogno di un intervento chirurgico o ortopedico, interverrebbero i medici del “Maresca” in “trasferta” al Covid Hospital.

In conclusione, l’ospedale di Boscotrecase per riprendere appieno l’attività pre-Covid, compresa l’apertura del Pronto Soccorso, avrebbe bisogno di personale che attualmente non è disponibile. Certo, potrebbe ritornare indietro chi è andato altrove, in particolare a Torre del Greco, ma la cosa non è così semplice come si pensa. Ora l’ospedale Maresca è ritornato in piena efficienza e difficilmente verrebbe nuovamente smobilitato.

Una buona notizia, invece, per l’ospedale di Boscotrecase è arrivata a settembre dell’anno scorso quando la direzione dell’Asl Napoli 3 Sud ha classificato la struttura ospedaliera come DEA di 1° livello, ossia Dipartimento Emergenza e Accettazione, che equipara l’ospedale boschese a quelli di Castellammare e di Nola. Ma tale nomina, per non rappresentare solo un contentino per i cittadini dell’area vesuviana che si sono visti privare da un giorno all’altro del loro ospedale, abbisognerebbe di essere riempito di contenuti, ossia diventare un ospedale degno di tale nome, con un Pronto soccorso efficiente e con tutti le unità operative esistenti prima dell’emergenza Covid.

Ed è quello che noi chiediamo a voce alta. La pandemia, purtroppo, non finirà né oggi né domani. Allora possono benissimo coesistere in un’unica struttura ospedaliera reparti Covid, opportunamente isolati, reparti ordinari e Pronto soccorso. Situazione, peraltro, analoga a quella di tanti altri ospedali della Campania.

Allora l’appello ai sindaci e ai politici dell’area vesuviana affinché si facciano portavoce presso la direzione dell’Asl Napoli 3 Sud e della Regione Campania di questa esigenza molto sentita dalla collettività. Si inizi un percorso per far diventare l’ospedale di Boscotrecase “un punto di eccellenza regionale”, come dichiarato mesi fa in una dichiarazione congiunta dal sindaco di Boscotrecase Pietro Carotenuto e dal capogruppo Pd alla Regione Mario Casillo. “Con la decisione dell'Asl Napoli 3 Sud di classificare la struttura ospedaliera come DEA di I° livello – affermarono i due - si traccia chiaramente il futuro post pandemico della struttura ospedaliera che, come abbiamo sempre sostenuto e ripetuto in più occasioni, deve diventare un punto di eccellenza regionale”.