Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad Acerra per la ricorrenza del 25 aprile, nel 77esimo anniversario della Liberazione dal regime nazi-fascista.
“La mia presenza è naturalmente legata all’importante occasione che ci riunisce ma è anche il segno della vicinanza alla città, al suo territorio, alla qualità della vita in questo territorio, alle esigenze, ai problemi, alle questioni e ai profili di carattere sociale e ambientale”, ha esordito Mattarella nel suo discorso in piazza Soriano, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, tra cui il sindaco Raffaele Lettieri e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Mattarella ha reso omaggio alla città napoletana Medaglia d'Oro al Merito Civile, dove il 3 ottobre del 1943 si consumò un vero e proprio eccidio di civili con oltre 88 morti, uccisi dai nazisti dopo l'Armistizio dell'8 settembre. Accolto da centinaia di cittadini festanti, il suo primo atto è stato quello di deporre una corona d'alloro dinanzi alla lapide che ricorda quello sterminio. Una strage dimenticata che torna però drammaticamente attuale grazie alla presenza del Capo dello Stato, che non a caso ha scelto di venire ad Acerra per commemorare la Resistenza. Attuale perché ricorda quanto sta accadendo nell'Est Eruopa, in Ucraina, con centinaia di civili massacrati dai russi o che hanno perso la vita per opporsi all'invasione.
“Oggi, in questa imprevedibile e drammatica stagione che stiamo attraversando in Europa, il valore della Resistenza all’aggressione, all’odio, alle stragi, alla barbarie contro i civili supera i suoi stessi limiti temporali e geografici - ha detto Mattarella -. Nelle prime ore del mattino dello scorso 24 febbraio siamo stati tutti raggiunti dalla notizia che le Forze armate della Federazione Russa avevano invaso l’Ucraina, entrando nel suo territorio da molti punti diversi, in direzione di Kiev, di Karkiv, di Donetsk, di Mariupol, di Odessa. Come tutti, quel giorno, ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione. A questi sentimenti si è subito affiancato il pensiero agli ucraini svegliati dalle bombe e dal rumore dei carri armati. E, pensando a loro, mi sono venute in mente - come alla senatrice Liliana Segre - le parole: “Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor”. Sappiamo tutti da dove sono tratte queste parole. Sono le prime di “Bella ciao”. Questo tornare indietro della storia ha proseguito Mattarella - rappresenta un pericolo non soltanto per l’Ucraina ma per tutti gli europei, per l’intera comunità internazionale. Come ho sottolineato davanti alle Associazioni partigiane, combattentistiche e d’arma, avvertiamo l’esigenza di fermare subito, con determinazione, questa deriva di guerra prima che possa ulteriormente disarticolare la convivenza internazionale, prima che possa drammaticamente estendersi. Questo è il percorso per la pace, per ripristinarla; perché possa tornare ad essere il cardine della vita d’Europa”.
Poi, il ricordo dell’eccidio di 79 anni fa ad Acerra. “È un momento particolarmente ricco di significato celebrare qui ad Acerra il 25 aprile, la ricorrenza della Liberazione. Acerra è Medaglia d’Oro al Merito Civile; è stata teatro - nell’ottobre del 1943 - di una strage terribile di civili innocenti. Per molto tempo quella strage è stata quasi dimenticata. Onorando i tanti martiri di Acerra, desidero ricordare tutti i combattenti, tutte le vittime delle rappresaglie e gli uomini e le donne coraggiose che in ogni parte d’Italia perdettero la vita per opporsi alla barbarie scatenata dalla furia nazifascista. La storia della nostra libertà è stata scritta da loro, la nostra Costituzione democratica è merito del loro sacrificio, è nata dal loro sacrificio”.
“Non fu l’unica strage, ma purtroppo, per numero di vittime, la più grave della Campania - ha sottolineato ancora Mattarella -. Quasi novanta morti, tra cui tante donne, bambini, anziani. Una strage che fece seguito a un tentativo di ribellione e che ci aiuta a comprendere maggiormente il ruolo che ebbero anche le popolazioni meridionali nella lotta di Liberazione”.
Mattarella sostiene che quella ad Acerra è stata “una resistenza che si potrebbe definire ordinaria. Fu una difesa della vita e dei valori quotidiani e comunitari dalla prepotenza di una forza violenta che pretendeva, con crudeltà, di imporre obbedienza totale. Agli occhi delle truppe naziste la colpa dei cittadini di Acerra era quella di aver provato ad opporsi - con armi rudimentali, con le barricate, con la non collaborazione - al rastrellamento di uomini da mandare nei campi di lavoro, alla caccia agli ebrei, al saccheggio brutale, alla distruzione sistematica di case e di luoghi di lavoro. La decisione della popolazione di Napoli, della Campania e di tante altre città del Meridione, di insorgere contro l’ex alleato, trasformatosi in barbaro occupante, fu una reazione coraggiosa e di dignità umana, contro la negazione stessa dei principi dell’umanità”.
Mattarella ha poi concluso il suo discorso: “Diciamo convintamente: viva la libertà, ovunque. Particolarmente dove viene minacciata o conculcata”.
(foto Quirinale.it)