A cura della Redazione

La solitudine dei viaggi non guasta mai, anzi diventa spesso fonte d'ispirazione per tutti i viaggiatori desiderosi di esplorare nuove e sconfinate terre.

Conoscere persone e posti sconosciuti, fare nuove esperienze, mettersi alla prova… ormai sono tantissimi i viaggiatori che amano partire da soli, complici le nuove tecnologie ed internet, che rendono l’organizzazione di un viaggio molto più semplice e sicura.

Purtroppo però, al di là di questa magnifica cornice, viaggiare soli può rivelarsi molto più complicato di quanto sembri: sete, malanni o incidenti possono capitare ad ogni ora del giorno e della notte. Per questo bisogna sempre tenere a mente che possono capitare degli imprevisti, anche (e soprattutto) in fatto di viaggi.

Dunque, mentre aumenta la consapevolezza di recuperare il tempo perduto con voli cancellati e viaggi rimandati, cresce anche la platea degli interessati alla polizza infortuni all’estero.

Ma vediamo insieme chi sono i cosiddetti solo travellers e cosa dicono le statistiche in merito a questo fenomeno.

Solo travelling: una panoramica sulle statistiche

Negli ultimi anni i viaggi in solitaria stanno subendo una crescita esponenziale. Secondo un’analisi elaborata dal sito Condor Ferries, sembra che la tendenza del solo travelling, che si era già consolidata a partire dal 2016, sia cresciuta maggiormente.

I dati infatti registrano che il 58% dei millennials, gli appartenenti quindi alla generazione Y (nati tra il 1981 e il 1999)  ha viaggiato almeno una volta da solo, contro un 47% rappresentato dai baby boomers (nati tra il 1946 e il 1964). Addirittura i single travellers rappresentano da soli l’11% del mercato, e si dice siano disposti a spendere il 50% in più di spese per l’alloggio. Inoltre, preferiscono viaggiare in USA, Australia ed Europa, le tre mete che si aggiudicano il podio. 

Insomma, la tendenza dei viaggi in solitaria cresce davvero a dismisura ma, secondo i dati aggregati da Condor Ferries, l’88% dei viaggiatori solitari desidera scoprire luoghi poco abbattuti, spinti dalla voglia di esplorare luoghi sconosciuti. 

Chi viaggia da solo?

Dai dati emerge che sono più le donne quelle che desiderano viaggiare in autonomia, chi per godersi libertà e indipendenza (un buon 46%), e chi invece perché facendo così non deve aspettare amici o partner (il 22%), con la possibilità di fare ciò che si vuole quando si vuole.

Ma non è tutto qui. Anche il New York Times si è espresso in merito, con un articolo in cui ha spiegato che a partire dal 2021 sono aumentate del 300% le richieste individuali a tour operator per prendere parte a viaggi di gruppo.

Quando infatti la vacanza in solitaria più che una scelta diventa una forzatura, allora si cerca un gruppo di supporto per non stare h24 da soli.

Sembra però che nei prossimi 10 anni assisteremo all’affermazione di un nuovo tipo di viaggiatore, molto social (ci sono già ora tutti i presupposti) e poco disposto a mediare la sua esperienza con gli altri. Sarà vero? Di certo lo scopriremo.