A cura della Redazione

Ieri sera, lunedì 20 giugno, nella sede del Partito Democratico in corso Vittorio Emanuele III a Torre Annunziata, si è svolto un incotro tra le forze politiche e sociali per discutere dell'importanza dei fondi Pnrr per il rilancio dell'economia nell'area vesuviana.

Erano presenti il commissario del Circolo Pd di Torre Annunziata, Paolo Persico, il capogruppo del Pd alla Regione Campania Mario Casillo. il rappresentante comprensoriale della Cgil Gianluca Torelli, il responsabile comprensoriale della Cisl Matteo Vitagliano, il responsabile della Confcommercio  Giuseppe Manto, il componente della segreteria del circolo del PD di Castellammare di Stabia Catello Imperato,

Pubblichiamo la relazione introduttiva del commissario Paolo Persico:

"Siamo tutti consapevoli che le ingenti risorse disponibili per diversi interventi pubblici rappresentano oggi un’importante e forse irripetibile occasione per lo sviluppo di Torre Annunziata e dell’area vesuviana. La nostra principale preoccupazione riguarda la capacità di fare fronte alla progettazione definitiva ed alla esecuzione di un numero così cospicuo di opere pubbliche; nel contempo è viva la nostra preoccupazione affinché - sia per le opere a farsi sia per il patrimonio di strutture pubbliche già in essere – venga pianificate le necessarie risorse la loro manutenzione e per la loro gestione, ia coerenza con una visione sostenibile del futuro della nostra città e della nostra area.

Il tema centrale dell’incontro di oggi è l’attuazione del Contratto Integrato di Sviluppo (CIS) Vesuvio – Pompei - Napoli che in gran parte raccoglie e sposta più avanti il lavoro fatto sul Grande Progetto Pompei, nella consapevolezza che questo ultimo strumento - sino ad oggi - ha prodotto solo elaborazioni di massima.

L’obiettivo del CIS è migliorare l’accessibilità dei siti archeologici e culturali, la rete dei trasporti, recuperare il rapporto tra le città e le due grandi risorse ambientali: il mare e il complesso monte Somma -Vesuvio. Per Torre Annunziata sono finanziati un intervento di viabilità ciclopedonale nella zona Prota-Gambardella e un rilevante ampliamento di villa Parnaso con la creazione di nuovi collegamenti con la litoranea. I fondi PNRR prevedono, invece, interventi per gli edifici scolastici, un centro sociale polifunzionale nell’ex scuola monsignor Orlando, la riqualificazione di alcuni isolati di alloggi Erp nell’area sud, una pista ciclabile nella zona di Rovigliano, l’adeguamento dello stadio.

Il Parco archeologico di Pompei è, inoltre, soggetto attuatore di interventi significativi per il recupero della villa B di Oplonti, per ulteriori interventi nell’area dello Spolettificio a servizio dell’archeologia e del turismo.

Analizzando le schede del Piano Triennale delle Opere Pubbliche, recentemente approvato dalla Commissione straordinaria, emerge l’enorme mole di lavori pubblici teoricamente in itinere ma si palesano anche i limiti e gli errori di gestione della precedente Amministrazione comunale per diversi interventi non completati o non avviati.

Su questi aspetti e sulla necessità di veri e propri piani (triennali o quadriennali) di manutenzione per scuole, strade, verde e Stadio va compiuto un approfondimento specifico che investe anche la sfera degli appostamenti di risorse adeguate, così come è importante discutere ed agire in ordine agli interventi per il risanamento del Sarno, del mare e sui lavori per il Porto.

Va sperimentato, con un mix di risorse pubbliche e private, sotto la guida della Regione, un intervento di risanamento urbano, sociale e relazionale in una delle aree degradate della città: l’impegno, anche in considerazione di quanto già previsto per palazzo Fienga, potrebbe concentrarsi sull’area Carceri-Vicoli della Marina.

È chiaro che è necessario un intervento sinergico e coordinato tra tutte le Istituzioni se davvero vogliamo che vengano rispettati i tempi e che le opere siano realizzate nel modo migliore e con trasparenza.

Questo principio vale ancora di più per i comuni sciolti per infiltrazione camorristica nella nostra area che si trovano ad affrontare mesi decisivi per il loro futuro e sono privi di organi democraticamente eletti a causa dei gravissimi errori e dei limiti mostrati dalle classi dirigenti politiche ed istituzionali.

Stasera è indispensabile soffermarsi sulla necessità di avere un maggiore coordinamento tra i nostri livelli istituzionali se abbiamo a cuore il destino delle nostre comunità e vogliamo affrontare con puntualità ed efficacia le sfide che ci attendono.

Bisogna insistere con il Governo, con la Giunta Regionale, con la Prefettura, con la Città metropolitana e tutti gli altri livelli della pubblica amministrazione affinché si raccolga il senso della sfida in atto dopo i commissariamenti dei Comuni di Torre Annunziata, Castellammare di Stabia e San Giuseppe Vesuviano che rappresentano un pezzo importante dell’area metropolitana non solo come densità demografica ma anche per capacità economiche, Pil, storia, tessuto sociale e culturale.

In questa direzione bisogna verificare la possibilità di assegnare ai Comuni interessati maggiori risorse umane - competenti e qualificate - per portare avanti i progetti e l’opera di ricostruzione delle strutture amministrative, assicurare un forte supporto da parte della centrale unica appaltante per velocizzare i tempi, ridurre i contenziosi, evitare condizionamenti.

La stessa attenzione e tensione deve poter vivere nell’iniziativa da parte di Regione e di Città metropolitana rispetto ad interventi aggiuntivi in specie nel campo della scuola e delle politiche sociali.

Ritornando al Cis credo sia essenziale per Torre Annunziata comprendere bene la prospettiva che il Ministero della Cultura e il Parco archeologico stanno delineando per lo Spolettificio e il sito di Oplonti; ciò consentirà di verificare come queste scelte si inquadrano in un disegno più complessivo nel quale vanno collocati il futuro dello Spolettificio e gli stessi contenitori museali al servizio delle politiche culturali e turistiche dell’area.

Vi è la sensazione che siamo in presenza di un numero eccessivo di ipotesi di lavoro che, poi, alla lunga, diventano non gestibili o esposte al rischio del mancato completamento.

L’idea di fondo del Grande Progetto Pompei riassumibile nella volontà di non concentrare i flussi dentro le mura della città antica ma di valorizzare tutti gli altri siti ed il territorio vesuviano nella sua omogeneità (anche per aumentare la quantità e la qualità della stanzialità dei flussi di visitatori) rimane un obiettivo condivisibile; esso, tuttavia, deve fare i conti con le mutate condizioni dell’economia e della geopolitica mondiale innescati dalla pandemia prima e dal conflitto in Ucraina.

Diviene, dunque, essenziale un maggiore coordinamento tra i due parchi, i Comuni interessati, la Regione e la Città metropolitana per avviare, subito, un serio programma di gestione e di manutenzione programmata delle opere da realizzare, non escludendo revisioni e modifiche in caso di non sostenibilità o di una disparità eccessiva tra costi e benefici.

Un coordinamento che non può eludere anche gli interventi di costruzione di un vero sistema turistico locale elevando gli standard qualitativi e ponendosi l’obiettivo di generare maggiori catene di valore aggiunto. E’ evidente che va portato avanti un intenso lavoro di miglioramento complessivo della qualità ambientale, di crescita del decoro e della sicurezza dei nostri territori: solo così possiamo essere attrattivi per le diverse tipologie di turismo che puntiamo ad intercettare, ma anche per far sì che gli stessi residenti abbiamo maggiori possibilità di fruire delle proprie città perché diventate più vivibili e più accoglienti. Se non c’è questo lavoro di coesione, di sfida anche sociale e culturale qualsiasi opera pubblica rimane “senza anima” e diviene una struttura destinata a deperire. Infine, ma non per ultimo, c’è il capitolo enorme che riguarda il lavoro.

Tutto lo sforzo della nostra azione politica e istituzionale deve essere teso a creare buoni lavori e condizioni di sicurezza e di dignità dei lavoratori. Ci sono misure interessanti varate dal Governo e dal Parlamento a favore di misure di salvaguardia, ma sappiamo quanto sia difficile tradurli in fatti concreti, specie nel Mezzogiorno e, ancor di più, nella nostra realtà.

Il PD di Torre Annunziata condivide molto la proposta delle organizzazioni sindacali tese a insediare un tavolo permanente, coordinato dal Prefetto, per affrontare in modo ordinato e puntuale alcune criticità sul fronte occupazionale che riguardano l’area torrese - stabiese e, più in generale, quella vesuviana. Da questo punto di vista la Regione Campania deve superare limiti e ritardi.

C’è un lavoro enorme da compiere per inserire clausole specifiche negli appalti pubblici, per realizzare specifici protocolli d’intesa, per utilizzare meglio e in modo finalizzato le ingenti risorse per la formazione. Su questo come PD dobbiamo superare anche eccessi di timidezza. La battaglia per il lavoro, insieme a quella contro la camorra e per la legalità, sono essenziali per il nostro territorio.

Se riusciamo ad elevare la qualità del’azione amministrativa e velocizzare opere e processi di sviluppo si può innescare un nuovo clima di fiducia e creare occasioni di lavoro e di reimpiego: per conseguire questo risultato occorre la disponibilità concreta di tutti. L’incontro di oggi con il gruppo regionale del PD è un momento di riflessione e di scambio di valutazioni. Dovremo fare ulteriori approfondimenti sul Porto, le Zes e sulle misure per combattere la povertà educative: siamo consapevoli dei nostri limiti ma sappiamo, nel contempo, che abbiamo un ruolo fondamentale da svolgere per unire le forze che hanno a cuore gli interessi della parte più debole ed esposta delle nostre città".