A cura della Redazione

“Disabili non si nasce ma lo si diventa quando il sistema impedisce di esercitare i propri diritti di persona rimuovendo ogni divario e discriminazione. Non esistono persone sbagliate, ma è la società a dover essere riabilitata quando emargina”.

E’ quanto afferma Salvatore Cimmino, nuotatore disabile di Torre Annunziata, che attraversa i mari a nuoto del mondo per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle condizioni in cui vivono i diversamente abili.

Dario Ricciardi, giornalista disabile oplontino, un’altra voce autorevole che si leva non solo per denunciare mancanze da parte di Istituzioni e privati che rendono difficile la loro vita, ma anche per mettere in risalto esempi che invece agevolano il loro cammino verso la normalità.

Pubblichiamo, qui di seguito, una sua lettera in cui spiega come poi non è così difficile andare incontro alle esigenze di un diversamente abile:

"La vita di un portatore di disabilità motoria, costretto a muoversi in sedia a rotelle, è irta di difficoltà, tanto più quando si vive in realtà che all'argomento hanno dedicato soltanto insensibilità ed indifferenza.

Tali difficoltà in estate risultano acuite in conseguenza del desiderio di raggiungere la nostra spiaggia e potersi bagnare nel nostro mare, vista la scarsa attenzione posta dai gestori degli stabilimenti balneari nell'assicurare accessibilità e abbattimento delle barrire architettoniche.

Io stesso più volte ho denunciato nei miei articoli storie estive di ordinaria discriminazione senza che però ciò sortisse un risultato diverso da scuse e buoni propositi.

Ma quest'anno qualcosa finalmente è cambiato ed è giusto metterlo in evidenza.

Presso il lido "Nettuno" ho trovato un luogo completamente accessibile, dall'ingresso fino al mare. Vi è il totale abbattimento delle barriere architettoniche e quindi la piena fruizione degli spazi è finalmente garantita a tutti, nessuno escluso.

Per chi come me si dibatte ogni giorno  tra mille problemi e altrettante denunce, vedere e vivere questa struttura è stata una vera, grande, piacevole sorpresa. Inizialmente sono rimasto di sasso nel constatare che tutto è curato nei minimi dettagli, nulla è lasciato al caso o è frutto di improvvisazione.

"Ma sono davvero a Torre Annunziata, dove fino a ieri parlare di accessibilità e chiederne l'applicazione significava sbandierare utopie, chiedere una grazia divina o indovinare la schedina del totocalcio?". Lo confesso, è stato questo il mio primo pensiero.

Mi sono tornate alla mente le tante volte in cui ho fatto richiesta di una semplice passerella che si allungasse verso il mare così da raggiungerlo senza problemi e a tutte le banalità (a voler essere eufemistici) che mi venivano propinate pur di non fare.

Oggi voglio esprimere la mia immensa gioia per poter finalmente raggiungere e godere il mare in piena libertà.

Al Nettuno c'è tutto ciò che serve a creare accessibilità: ascensore, pedana fino al mare, docce a filo, zona bar e ristorante all'aperto senza l'ostacolo di un gradino. E quando desidero immergermi in acqua, per quei pochi metri che separano per legge la passerella dal mare, ci sono almeno tre assistenti bagnini pronti ad aiutarmi.

Sembra fantascienza, ma è soltanto spirito d'iniziativa, attenzione ai bisogni degli altri e applicazione di norme di legge.

Desidero quindi ringraziare la Direzione e tutto il personale del "Nettuno" per avermi reso la vita un po’ più facile e per aver dato un esempio a tutti di cosa vuol dire imprenditorialità «illuminata»nella speranza che altri vogliano seguire il loro esempio"