A cura della Redazione

Il mese di luglio è, per la città di Torre Annunziata, segnato da episodi che marchiano inesorabilmente, e drammaticamente, la sua storia più recente. Il 4 luglio, esattamente 36 anni fa (era il 1986), veniva ucciso Luigi Staiano, imprenditore edile che si rifiutò di pagare il pizzo alla camorra. Denunciò i suoi estorsori e per questo fu assassinato.

Fra tre giorni, il 7 luglio, ricorre il quinto anniversario del crollo della palazzina di Rampa Nunziante. Sotto le macerie, in quella tragica mattina che nessun torrese potrà mai dimenticare, morirono 8 persone, due erano bambini, i fratelli Francesca e Salvatore Guida. Oltre a loro, perirono i genitori Pasquale Guida e Anna Duraccio, Giacomo Cuccurullo, la moglie Edy Laiola, il figlio Marco, la signora Pina Aprea.

"Sono storie dolorose, storie di soprusi e di violenze, ma, contemporaneamente, anche storie di resistenze di coraggio e di impegno - si legge in una nota del presidio di Libera - l'associazione contro le mafie - di Torre Annunziata. Come non ricordare il sacrificio di Luigi Staiano il suo resistere e il resistere doloroso della sua famiglia? Il 7 luglio è una data indelebile nella memoria della città: giornata di dolore per le otto vittime che furono travolte nel crollo di via Rampa Nunziante, ma anche di resistenza delle famiglie coinvolte e di tante persone di buona volontà che hanno trovato un muro di omertà e di collusioni".

Nei prossimi giorni, annuncia il sodalizio, ci saranno una serie di appuntamenti "in cui il ricordo di queste vittime si intreccerà con l'invito a resistere - spiega Don Ciro Cozzolino, referente locale del Presidio - per contribuire a costruire una nuova Torre Annunziata libera da Camorra, Povertà e Cattiva Amministrazione".