A cura della Redazione

Il nostro giornale ha aperto una grande finestra sulle potenzialità turistiche della città di Torre Annunziata. Lo ha fatto partendo dall'editoriale pubblicato domenica scorsa a firma di Antonio Gagliardi dal titolo "Il turismo a Torre Annunziata? Non siamo all'anno zero", continuerà oggi con l'editoriale di Aldo Avvisati (@aavvisati), avvocato patrocinante in Cassazione e presidente di Rete di Ospitalità Diffusa - AREV-OD. E la nostra "battaglia" non si fermerà qui. Ospiteremo le opinioni di quanti volessero dare un contributo fattivo a questa causa comune, la sola attualmente in grado di sollevare le sorti di questa città. 

"Siamo giunti al termine dell'estate 2022 ed è, dunque, possibile svolgere una prima analisi della stagione turistica (tutt'ora in corso, in verità) nell'area vesuviana, a Torre Annunziata in particolare.

La Costa del Vesuvio e la sua area pedemontana vedono sempre più accrescere il loro "appeal" turistico per la posizione strategica, centrale, rispetto ai tanti attrattori viciniori: area archeologica vesuviana, Vesuvio, Musei, Città di Napoli, le Isole e le Costiere, ecc..

Ma anche in quanto "naturale" bacino di raccolta di un turismo che in costiera, tanto sorrentina quanto amalfitana, tracima, sia per ragioni di raggiunti livelli di capienza sia per i costi.

Si è registrato quest'anno un incremento dell'afflusso di turisti, quasi ai livelli dell'anno 2019 pre-Covid. Consistente il numero di stranieri, anche in mesi come luglio ed agosto, in cui erano soliti, per il gran caldo che caratterizza i nostri luoghi, non frequentare.

In particolare, si è registrato, un incremento di turisti provenienti dall'Est Europa (Rep. Ceka, Ungheria, Bulgaria, Polonia, tra le altre).

Cosa ha reso detto afflusso possibile?

La risposta risulta agevole: il ramificarsi negli ultimi dieci anni di una rete di strutture extra-alberghiere, a gestione familiare, sul territorio che non solo ha aumentato i livelli di ricettività ma che ha anche avuto il merito di perseguire, pervicacemente, una mission (il riferimento è, in particolare, alle strutture parte della Rete di Ospitalità Diffusa AreV-OD): il ruolo dei gestori, difatti, di tali strutture non si è fermato solo a rendere accoglienti le proprie mura domestiche ma hanno svolto, egregiamente, la funzione di "buttadentro", indirizzando gli Ospiti a spendere parte del loro tempo residuo (se non addirittura a convincerli di allungare la permanenza stessa) e, quindi, anche del "portafoglio" verso attrazioni diciamo che non costituivano la scelta fondante della vacanza e che per la gran parte dei casi si sono "disvelate", con somma meraviglia agli ospiti che neanche sapevano di averne così tante, a così agevole portata di mano, a costi, poi, giudicati contenuti.

Ed è per questo, quindi, che, sempre più di frequente, abbiamo assistito al fenomeno di frotte di turisti che provenienti dalle strutture extra-alberghiere sciamano lungo le vie cittadine. Si dirigono verso: i Lidi balneari (caratterizzati dalla tipica sabbia nera), i ristoranti e pizzerie (con la loro offerta di cucina locale), le aziende vitivinicole alle pendici del Vesuvio (che fanno provare l'ebbrezza di una degustazione di vini tra i verdi filari), le imbarcazioni al porto (per un'escursione nel Golfo o una giornata di snorkeling nelle acque del Banco di santa Croce appena fuori Vico Equense), i sentieri del Vesuvio (sempre meglio fruibili per escursioni) ed altre ancora.

Il verbo coniugato da "Ospitalità Diffusa - AreV-OD", si è fatto realtà: dalla Ospitalità Diffusa si è visto generare una Economia Diffusa ovvero la capacità della risorsa turistica di contribuire allo sviluppo di un territorio in modalità "orizzontale", equa, e non verticistica (nelle mani di pochi!). 

Tutto ciò avviene, in costanza di una perdurante assenza di politiche turistiche messe in campo da parte delle Istituzioni locali che non sono state pronte a cogliere i segnali (nonostante fossero state a tanto sollecitate dalle Associazioni di comparto) di un mutamento in atto, anche per quanto riguarda la tipologia dei turisti in arrivo, in alcun modo più collegati ad agenzie, tour operator o altre forme di organizzazione di massa ma improntate ad un oculato e consapevole "fai da te".  

Ma, vi è, ulteriormente, da evidenziare che mentre vi è un ceto, costituito per lo più di famiglie, intento ad operare per mantenere o, se possibile, incrementare i livelli di ospitalità, le criticità, sono sempre in agguato, non vengono, per nulla, domate. E' come, se "forze occulte" non volessero darla vinta a tanta laboriosità e produttività, ma operassero per dar luogo a veri e propri "respingimenti" dei turisti.

Come chiamare, diversamente, il mare sporco, le discariche di rifiuti a cielo aperto ad ogni piè sospinto, la sede stradale con buche o i marciapiedi rotti? Gli arredi urbani inesistenti o divelti? Il verde pubblico oltraggiato oppure, una spiaggia libera, senza alcun servizio (bagni, docce, bagnini ecc.) e per di più sporca? Una mobilità urbana fatta di taxi multipli dove l'attenzione al turista non è sempre esemplare? Oppure una mobilità extra-urbana su ferro dove la Circumvesuviana si presenta con vagoni super affollati o con tagli improvvisi alle corse? Oppure le cosiddette "vie del mare" dove non solo è assente una qualsivoglia minima cartellonistica ad indicare luogo di attracco, orari, tariffe ma addirittura il servizio viene interrotto senza darsi una minima cura di avvisare l'utenza?

Proviamo ad immaginare, invece, anche solo per un attimo, cosa accadrebbe se venissero meno o anche ridotti in parte i sopracitati respingimenti...".