A cura della Redazione

Che fine ha fatto l’agenda rossa contenuta nella borsa del magistrato Paolo Borsellino, poco prima che a via D’Amelio, scoppiasse l’inferno? Chi l’ha fatta sparire? Che cosa conteneva quell’agenda che sembra svanita nel nulla, e che Salvatore Borsellino fratello del giudice assassinato dalla mafia, considera la scatola nera dell’attentato di via D’Amelio? E cosa pensare della scellerata presunta trattativa, tra Stato e mafia? Ci fu davvero? E chi ne furono ii promotori? Probabilmente le due cose viaggiano sullo stesso binario.

Questo e altri misteri della storia della mafia e di chi la combatte hanno rappresentato il punto focale dell’incontro che il movimento Agende Rosse "Giancarlo Siani” di Torre Annunziata, rappresentato sul territorio da Salvatore Aulicino Mazzei, ha organizzato lo scorso venerdì. Una sorta di grande ritrovo delle scuole oplontine nella gremitissima aula magna dell’Istituto di istruzione superiore “G. Marconi”, alla presenza di cittadini e rappresentanti delle Istituzioni.

Ospiti d’onore del convegno denominato “Le Ancore della Legaità, 30 anni dalle stragi, tra segreti di stato, depistaggi e giustizia”, il procuratore della repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, nemico giurato numero uno della “Ndrangheta”; il fratello del giudice ucciso Salvatore Borsellino, fondatore del movimento “Agende Rosse”, in collegamento dalla sua residenza siciliana; il caporedattore di “Antimafia duemila” Aaron Pettinari; il giornalista ed autore del libro “La mafia non è una cosa per adulti”, Stefano Baudino; il mebro del direttivo movimento “Agende Rosse” Angelo Garavaglia Fragetta; e in video Antonino Vullo, superstite della strage di via D’Amelio.

Ha presentato la serata Roberto De Candia. A fare gli onori dii casa, la dirigente dell’Istituto Marconi di Torre Annunziata, Agata Esposito.

Dalla sua casa siciliana, Salvatore Borsellino non sa darsi pace. La sua battaglia per arrivare alla verità, di quello che considera un assassinio di stato, è continua, incessante. Neanche l’età sembra spaventare più di tanto l’ingegnere sicliano: “Non mi do pace - attacca Borsellino - fino a quando non arriverò alla verità, e fino a quando non verrà fuori la scatola nera di quel delitto, quell’agenza rossa di Paolo, sulla quale probabilmente erano trascritti i nomi dei veri mandanti di quella strage. Paolo lo ripeteva sempre, anche nel corso dell’ultimo incontro a Palermo: ‘è arrivato il tritolo. La mafia mii ucciderà, ma non sarà stata la mafia a volere la mia morte’. Ecco – continua Borsellino – esistono in questa storia tanti misteri, depistaggi. Per non parlare delle incongruenze nei vari processi. Un particolare da sottolineare: perché via D’Amelio dopo lo scoppio non è stata transennata? In quei momenti c’è stata tanta confusione e chiunque poteva accedere a quel luogo senza controllo”.

Ma la trattativa sta Stato e mafia c’è stata? Può esistere la politica senza mafia e viceversa? Una domanda che assume un peso specifico determinante in una città, Torre Annunziata, dove il Consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni: “In teoria - dice Gratteri – può anche esistere una politica senza mafia e viceversa. In pratica, però, bisogna osservare il comportamento di ognuno degli uomini politici o dei partiti e vedere come si comportano. In genere non esiste una categoria specifica che si possa definire collusa con la mafia. Esiste anche la politica sana. La mafia non è uguale dovunque. Bisogna sempre valutare dove ci si trova”.

A fare gli onori di casa, la dirigente del Marconi Agata Esposito: “Un evento pensato dal movimento agende rosse e dalla scuola che ha messo a disposizione l’aula magna, principalmente per ii ragazzi. Questo è un segnale forte per i nostri giovani. Dobbiamo ribadire che la legalità è una regola, e mi vien da dire, una pratica quotiidiana”.

Il referente territoriale del movimento Agende Rosse "Giancarlo Siani”, Salvatore Aulicino Mazzei: “Scelta strategica quella di Torre Annunziata dove il Consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni. E scelta strategica, anche quella di una scuola. Il messaggio forte – conclude – deve arrivare ai ragazzi. E’ nei ragazzi e negli uomini del domani che deve nascere una coscienza critica per capire cosa succede”.