A cura della Redazione

Tre bandiere, un unico obiettivo: la Pace. Migliaia di persone hanno partecipato alla marcia per il "cessate-il-fuoco" in Ucraina, promossa dalla Regione Campania e a cui ha aderito anche il Comune di Napoli.

Una marea di cittadini, soprattutto giovani, hanno letteralmente invaso (non con intenti bellici come fatto dalla Russia) piazza del Plebiscito manifestando la loro vicinanza al popolo ucraino e al contempo il desiderio di far terminare una guerra assurda, dai risvolti umanitari, in primis, e poi economici disastrosi.

I tre vessilli dell'Ucraina, della Russia e quello arcobaleno insieme, perché la Pace si raggiunge insieme. 

Una data non banale quella di oggi, 28 ottobfe. Cento anni fa, Mussolini marciava su Roma aprendo così una delle pagine più buie della storia italiana, scritta con il sangue di migliaia di morti vittime del regime nazifascista e della guerra.

"Da Piazza del Plebiscito arriva un messaggio molto chiaro, nessuna ambiguità sul nostro sostegno all'Ucraina e per salvaguardare i diritti del popolo ucraino, però dall'altro lato la necessità di avviare un discorso che porti alla pace e che possa consentire di superare questo momento così difficile per l'Europa e per il mondo intero - ha dichiarato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi -. Oggi vediamo una bellissima piazza, molto colorata, fatta di tanti giovani che chiedono quello che chiedono in tanti, cioè che ci sia un momento per il cessate il fuoco, che si passi dalla voce delle armi alla voce della diplomazia e che si ritorni a quello spirito negoziale che ha sempre contraddistinto l'Europa negli ultimi anni. Noi abbiamo la necessità di rimettere al centro da un lato il diritto dei popoli, dall'altro di trovare tutte le vie del dialogo che consentano di superare questa fase che è una fase fatta di grandi difficoltà, di grandi lutti e della necessità - conclude Manfredi - di ripristinare i percorsi di dialogo tra le nazioni coinvolte in questo conflitto".

Sul palco è stata letta la lettera inviata dalla senatrice a vita Liliana Segre, deportata nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha promosso ed oragnizzato l'evento ribadendo la necessità di un ormai sempre più improcrastinabile cessate il fuoco.

"Sulla questione della guerra in Ucraina sento il bisogno di essere molto chiara: c’è un aggressore ed un aggredito - ha esordito la senatrice -. Non si può non essere senza ambiguità dalla parte dell’Ucraina e delle sue istituzioni, delle donne e degli uomini, bambine e bambini, vittime di una sanguinosa aggressione. La pace va certo perseguita. Occorre fermare le morti e le distruzioni, non vogliamo più vedere città bombardate, persone che fuggono a migliaia, infrastrutture, raccolti, centrali nucleari ed elettriche distrutte o messe a serio rischio".

La Segre auspica "un cessate il fuoco" che sia "l'inizio di veri e seri colloqui di pace. Condivido la proposta per una conferenza di pace sotto egida ONU e che coinvolga, con l’Europa, anche gli USA e la Cina. Deve trattarsi però di una pace giusta. Che rispetti il diritto dell’Ucraina all’integrità e alla dignità nazionale e garantisca a tutta l’Europa orientale un futuro assetto di pace e di convivenza fra diversi.  Mai la guerra può essere “mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” come recita la nostra Costituzione. Vale anche per Russia ed Ucraina. La questione delle minoranze linguistiche e religiose, in quelle zone e ovunque nel mondo, si risolve appunto con la pace, il confronto, la mutua disponibilità all’ascolto, il rispetto dell’altro e del diverso. Esattamente il contrario della guerra. Ben venga dunque - conclude la senatrice - la più ampia mobilitazione per una pace giusta e duratura, capace di garantire un futuro migliore al nostro continente e al mondo intero".

(foto Comune di Napoli - sito istituzionale)