A cura della Redazione

Sono trascorsi 42 anni dal terremoto che devastò la Campania, in particolare l'Irpinia, la Basilicata e la Puglia. Era il 23 novembre 1980 quando una scossa di magnitudo 6.5 della scala Richter squarciò, alle 19.35, un territorio vasto come il Belgio (oltre 17mila kmq), radendo al suolo interi paesi dell'Avellinese, epicentro dell'evento tellurico. Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi, Calabritto, Conza della Campania, Teora, San Mango sul Calore, Comuni prossimi all’epicentro, e una moltitudine di piccoli centri vennero ridotti in un ammasso di macerie, in più dei casi, scivolate a valle da quei cucuzzoli di montagne lì dove l’uomo si era insediato fin dalla notte dei tempi. Laviano, un altro piccolo Comune in area epicentrale, venne completamente cancellato. Un quinto della sua popolazione - 300 abitanti su 1.500 - perì nella tragedia.

Alla fine si contarono quasi 3mila vittime, circa 9mila feriti e 400mila sfollati. Una tragedia che mobilitò l'intero Paese - ma anche nazioni estere -, dalla quale emerse la generosità degli italiani. Ai soccorsi - iconica la copertina dell'edizione de Il Mattino con quell'accorato "Fate presto!" - presero parte anche i vigili del fuoco con oltre 4mila uomini, più di mille automezzi e 4 elicotteri. Anche a loro spettò il compito di estrarre le persone - vive e morte - dalle macerie.

"Furono ben 687 i Comuni tra Campania, Basilicata e Puglia ad essere colpiti dal terremoto, 70 vennero dichiarati “disastrati” e circa 200 gravemente danneggiati - spiega Vinceno Marasco, studioso di storia locale e presidente del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno" di Torre Annunziata. Messa in moto la macchina dei soccorsi, gli aiuti, sia in uomini che in tecnologie, mezzi ed economici, arrivarono da ogni parte del mondo - prosegue Marasco -. L’Arabia Saudita inviò 10 milioni di dollari; gli Stati Uniti 70 milioni di dollari più una compagnia di paracadutisti con relativi mezzi aerei; la Francia partecipò alle operazioni di salvataggio con équipe specializzate per il recupero dei sopravvissuti ancora intrappolati tra le macerie; gli svizzeri parteciparono con squadre cinofile e due elicotteri da soccorso alpino. Altri importanti soccorsi arrivarono dalla Germania. Quest’ultima inviò ospedali da campo, militari, medici, tecnici, volontari e cani da salvataggio. Tra i Paesi che inviarono aiuti figuravano anche l’Iraq, la Jugoslavia e l’Algeria. Una prima stima dei danni causati dal sisma, stilata dalla Corte dei Conti, venne quantificata in circa 8.000 miliardi delle vecchie lire (circa 4 miliardi di euro), fino a superare, nel 2000, i 60.000 miliardi di lire, cifra pari a circa 30 miliardi di euro".

Quel dramma fu anche lo spartiacque che determinò la creazione di quella che sarà poi la moderna organizzazione della Protezione Civile che, grazie a Giuseppe Zamberletti, da allora diverrà una struttura "basata sulla previsione e prevenzione, oltre che sull'azione in emergenza - spiega Italo Giulivo, direttore generale della Protezione Civile della Regione Campania -. Una Protezione Civile fatta di uomini e donne, di cittadini consapevoli oltre che di Istituzioni. Oggi la nostra memoria va a quella tragedia, il nostro pensiero alle vittime. La nostra spinta va alla prevenzione - prosegue il dirigente regionale -, agli strumenti fondamentali per mitigare il rischio come i Piani di Protezione Civile".

Giulivo infine afferma che "il terremoto non si può fermare ma possiamo abbassare il rischio per la vita umana prendendo coscienza, costruendo case sicure, o adeguando sismicamente le abitazioni esistenti e assumendo atteggiamenti consapevoli".

Il terremoto in Irpinia, "la mia Irpinia, rimane una ferita incancellabile per questa meravigliosa terra, così come indelebile è il ricordo della straordinaria solidarietà di moltissimi, in Italia e all'estero, che si mobilitarono per portare aiuto alle comunità martoriate - ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi -. Altrettanto doveroso è sottolineare lo sforzo e il grande percorso di rinascita e di crescita di quei territori, messo in atto dalla popolazione e dalle istituzioni. In questo giorno - ha continuato il titolare del Viminale - in cui la mia mente ritorna ai quei momenti di dolore e di grande emozione, desidero inviare ai familiari delle vittime e a tutti coloro che furono sconvolti dal terremoto, il mio commosso pensiero insieme ad un sentimento di vera riconoscenza per l’impegno eroico di tutti gli operatori delle Forze dell'ordine, dei Vigili del fuoco e dei volontari di tutta Italia che furono impegnati nei soccorsi".