A cura di Enza Perna

Ci sono storie che non si dimenticano. Storie di vita quotidiana, di realtà difficili, di coraggiosi, di mamme forti, di giovani vite spezzate.

Sono storie che nessuno mai vorrebbe raccontare e tanto meno scrivere. Eppure esistono.

Questa è una di quelle. Ero ragazzina nel lontano 1998, eppure ricordo lo sgomento di un’intera città, quella oplontina, alla notizia di una giovane ragazza che decise di porre fine alla sua vita.

Una storia agghiacciante che ancora ricordo. Ed oggi, donna, mi ritrovo a raccontare.

La difficoltà nel riportare alla luce questa vicenda trova serenità nell’incontro di quelle che amo definire mamme coraggiose, potenze della natura. Non per gesta, non per successo, ma per avuto la forza e la costanza di trasformare un dolore, una tragedia in un gesto, una realtà umanitaria.

Questa è la storia di Anita Sorrentino e dei suoi genitori, Biagio e la mamma Pina Balzano. Ed è a quest’ultima che lascio la parola, perché certi racconti non vanno nemmeno modificati. Certe parole vanno così riportate per capire la grandezza di una madre, di una donna, che con un cuore spezzato, si dedica al prossimo, grazie anche all’incontro di alcune persone “speciali”. Ecco perché riporto fedelmente le parole di Pina Balzano.

«La nostra è una storia che parte 25 anni fa, nel lontano 8 settembre 1998 – inizia Pina - La nostra era una famiglia come tante, nella quale regnava semplicità, unità e le vicissitudini che possono interessare un normale nucleo familiare.

Avevamo due ragazze una di 18 anni Mena e Anita di 15 che era al terzo anno del Liceo Pitagora e alle soglie del diploma di pianoforte al Conservatorio di Salerno. Due ragazze amiche di tutti che frequentavano anche gli scouts ma quell'8 settembre, la nostra vita cambiò. Anita decise di andare via da questo mondo, lasciando una lunga lettera alla Comunità cittadina e Parrocchiale, una decisione che ci sconvolse, senza capire un perché e per come.

Di fronte a tale tragedia due erano le cose da fare o mettere fine alla nostra esistenza o continuare a fare vivere questa ragazza brillante, solare e amica di tutti, infatti tutti la chiamavano l'Angioletto. Nei primi anni non fu facile ma raccogliemmo tutte le nostre forze per non morire per sempre. Il nostro primo pensiero fu quello che era successo a noi non doveva accadere mai più, partendo subito con il Liceo Scientifico che con la collaborazione di docenti straordinari si iniziò a lavorare con i ragazzi per lasciare venire fuori ciò che avevano dentro, attraverso dei laboratori teatrali che furono dedicati a nostra figlia.

In questi anni, sono stati ottenuti grandissimi risultati - prosegue Pina - dove i ragazzi si sono confrontati con altri gruppi di Italia e ad uno di questi concorsi furono classificati tra i primi. Dopo due anni dalla dipartita di Anita portammo sul territorio anche una Confraternita di Misericordia perché mia figlia stette sul selciato quasi quaranta minuti senza che arrivassero i soccorsi... questo ci logorò per lungo tempo l'anima. Iniziammo con una autombulanza che ci fu donata e oggi siamo una delle prime Misericordia di Italia con diversi mezzi di soccorso e circa 80 giovani volontari.

Infine per rendere ancora più longeva nel tempo questa attività del laboratorio teatrale ci unimmo con questa Associazione "Gli amici di Anita Sorrentino" dove ci sono anche docenti del Pitagora che hanno conosciuto nostra figlia, Elisa Esposito e Annamaria Raiola.

Ormai da più di 25 anni il Pitagora porta avanti questo laboratorio, in stretta collaborazione con la nostra Associazione, di cui mio marito Biagio Sorrentino ne è presidente, e che è entrata a fare parte anche di alcuni progetti regionali sempre a favore dei ragazzi più fragili e a rischio. L'Associazione organizza anche concorsi dove tutti i partecipanti vengono premiati: "Note per un concerto che va oltre il tempo", dove diamo la possibilità a giovani talenti di farsi conoscere.

Negli anni scorsi abbiamo avuto musicisti, scrittori, pittori, cantanti, ballerini, attori. In questi spettacoli abbiamo sempre raccolto beneficenza da destinare a situazioni presenti sul territorio e a missioni ai confini del mondo.

Lo Spettacolo che sarà presentato il 25 maggio è a favore dell'Associazione Sanfilippo Fighters, che accoglie malati con la Sindrome di Sanfilippo, una malattia genetica rara, dove non ci sono ancora cure. Noi come Associazione abbiamo ritenuto giusto dare una piccola carezza a queste famiglie che si trovano a vivere con bambini che nascono bene ma giorno dopo giorno perdono la funzionalità dei muscoli divenendo dei vegetali e morendo molto presto perché viene attaccato anche il cuore, i più longevi arrivano massimo a 16 -17 anni.

Attraverso una nostra richiesta l’attrice Maria Bolignano e Paolo Caiazzo molto sensibili, hanno accettato di offrire la loro bravura e il loro tempo per aiutare questa Associazione.

Presenteranno la serata Pasquale Nastri, (attore e presidente della Compagnia teatrale I SenzArteNèParte, ndr) ed il regista Esmeraldo Napodano, entrambi ex allievi del Laboratorio Teatrale "Anita Sorrentino".

A deliziare la serata di beneficenza ci sarà anche una giovane e talentuosa cantante, Serena D'Apuzzo, accompagnata dal padre musicista Alfonso D'Apuzzo, anche lei ex allieva del nostro laboratorio.

All’evento presenzierà anche la Presidente Nazionale Katia Koletta dell'Associazione Sanfilippo Fighters che ritirerà piccole briciole di Amore di tanti che hanno creduto in questo gemellaggio, sperando di ripeterlo ogni anno, fin quando la ricerca non troverà una cura. Noi crediamo nei sogni e siamo sicuri che una cura arriverà!”.

La serata è fissata per giovedì 25 maggio – conclude Pina Balzano - nell'istituto S. Maria Mazzarello di Torre Annunziata, Via Camillo Benso Cavour 22, alle ore 20.00.