La storia che vi andremo a raccontare ha dell’incredibile se non del paradossale.

Umberto Ilardi, oggi 65 anni, è un dipendente del Comune di Torre Annunziata in servizio presso Villa del Parnaso.

Assunto nel 1980 con la Legge 285, a gennaio 1991 viene arrestato per reati di droga, di cui ne faceva uso, e sospeso cautelativamente dal servizio a tempo indeterminato. Sottoposto a processo, viene condannato ad otto anni di detenzione e interdizione perpetua dai pubblici uffici.

A luglio 1998 esce dal carcere e produce istanza di riammissione in servizio. Il competente ufficio esamina la pratica e gli infligge, per il tipo di reato commesso, la sanzione di licenziamento senza preavviso.

Ilardi, attraverso il suo difensore, presenta ricorso al Comune. L’istanza viene sottoposta al giudizio del Collegio Arbitrale di disciplina che, a maggioranza, la accoglie.

L’Amministrazione di allora, conformandosi alla decisione del Collegio di disciplina, riassume in servizio il dipendente, ma al contempo conferisce incarico professionale ad un legale al fine di accertare la proponibilità di impugnativa della decisione del Collegio arbitrale. Il lodo viene impugnato e nel dicembre del 2000 il Giudice Unico del Lavoro del Tribunale di Torre Annunziata conferma la sanzione di licenziamento senza preavviso irrogata a suo tempo dall’Ufficio Provvedimenti Disciplinari del Comune.

Questi i fatti e siamo agli inizi dell’anno 2001. Ilardi, però, non viene mai licenziato e ha continuato a prestare servizio fino ad un mese fa.

Cosa è accaduto ora?

Il dirigente dell’Ufficio Personale, dott. Nunzio Ariano, in seguito allo scioglimento del Consiglio comunale, ha fatto richiesta dei carichi pendenti di tutto il personale del Comune, trovandosi al cospetto della situazione di Ilardi. Ne ha ricostruito l’iter giudiziario-amministrativo ed è giunto alla determinazione di emettere il provvedimento di licenziamento del dipendente. Cosa avvenuta con lettera in data 7 aprile 2023.

Un licenziamento, quindi, eseguito dopo oltre 22 anni dal provvedimento del Giudice Unico del Lavoro del Tribunale oplontino!

Il dipendente ora non sa cosa fare. Perdere il lavoro da un giorno all’altro, senza preavviso, e all’età di 65 anni non è cosa da tutti i giorni. Inoltre, ai dipendenti pubblici la Naspi spetta solo per scadenza contratto a termine (o per licenziamento da contratto a termine), ma non per licenziamento da contratto a tempo indeterminato.

Ilardi si è rivolto, pertanto, ad un legale per tutelare la sua posizione lavorativa, sperando di poter essere riassunto.

“Mi mancano due anni alla pensione e ora mi trovo improvvisamente senza lavoro - ha detto -. Vivo da solo ed ora non ho neppure i soldi per pagare l’affitto di casa. Con l’età che ho, chi vuole che mi prenda a lavorare?”, ci dice. 

Va detto che, uscito dal carcere, Ilardi si è sempre comportato bene sia nella vita privata che sul posto di lavoro. Mai un richiamo né un provvedimento disciplinare. Ma questo non gli è bastato ad estinguere la sanzione a sua tempo comminata, pure se nel frattempo sono trascorsi… oltre 22 anni!