“Per realizzare grandi cose, non dobbiamo solo agire, ma anche sognare; non solo pianificare, ma anche credere”. Lo affermava lo scrittore francese Anatole France, vissuto tra il XIX e XX secolo.

Questa sua frase mi sovviene spesso quando intavolo una discussione sul futuro di Torre Annunziata. Sono dell’idea che l’unico sviluppo possibile e immaginabile per questa città sia nel turismo, perché non occorrono risorse aggiuntive, bastano quelle naturali: clima, spiaggia con sabbia vulcanica, porto, mare, Scavi, terme, paesaggio. Inoltre si è vicini al Vesuvio, a Pompei, alla costiera sorrentina e quella amalfitana.

Qualcuno potrebbe obbiettare che “il presepe è bello, ma mancano i pastori”, come a dire che una buona parte dei cittadini non ha una forma mentis per alimentare questo tipo di sviluppo.

Questa affermazione la trovo alquanto qualunquista. E’ vero che orientare una città verso il turismo non è cosa da poco, ma noi non partiamo neppure dall’anno zero.  E poi la mentalità della gente cambia, soprattutto quando si incominciano a intravedere i primi risultati.

Al riguardo posso portare due esempi, uno lontano nel tempo, l’altro molto attuale.

Primi anni 2000: Pastafest nel quartiere Murattiano

Agli inizi degli anni 2000, durante i festeggiamenti civili del 22 ottobre, organizzammo (allora ero assessore) la manifestazione PastaFest nel quartiere Murattiano, tra le vie Oplonti e Mazzini, quest’ultima sede del pastificio Setaro. Fu un successone. Tantissime persone che non conoscevano l’antico centro storico della città si riversarono per strada affollando il quartiere. Ma la cosa che più destò meraviglia furono gli abitanti delle due strade coinvolte, con un’ospitalità sorprendente. Ricordo ancora che nel pomeriggio le donne scendevano con le scope per pulire le strade e dare un aspetto decoroso al quartiere. Molti si industriarono sul posto con piccole attività. Le salumerie si attrezzarono per rifocillare i tanti visitatori, si aprirono cantine e giardini, e finanche le case in palazzi storici per fare ammirare alla gente le bellissime volte dipinte.

Insomma ci fu un’esplosione di vitalità. E ricordo benissimo le parole che mi dissero quando la festa terminò: “Dottò, non vi dimenticate di noi, facciamole più spesso queste manifestazioni!”.

Anno 2023: "Murales" gentili nel quartiere Provolera

A distanza di 20 anni sta accadendo più o meno la stessa cosa al quartiere Provolera. E’ bastata l’iniziativa “murales gentili, nell’ambito del progetto “Costruiamo gentilezza - Capitale 2024”, con il coinvolgimento degli abitanti del posto, che un quartiere degradato e inospitale, diventasse meta per tanti cittadini, torresi e non, per tantissimi turisti e per studenti di scuole anche del comprensorio. Proprio ieri, mercoledì 29 novembre, c’è stata la visita degli studenti dell’Istituto Pacinotti di Scafati, accompagnati dalla "amabasciatrice alla gentilezza" Anna Vitiello. Poi la visita agli Scavi di Oplonti con la presidente dell'Archeoclub professoressa Mirella Azzurro.

Uno spot per il quartiere Provolera l’ha fatto anche la campionessa di pugilato Irma Testa, con un video pubblicato su Instagram mentre passeggiava per i vicoli del rione.

E’ bastata, in sostanza, un'iniziativa dalle associazioni Progetto Cripta e Rotaract, con la collaborazione di volontari ed artisti, per ravvivare un quartiere e cambiare la mentalità della gente.

Sognare e credere sono due elementi indispensabili per agire e fare grandi cose. E se qualcuno, alludendo al turismo, parla di utopia, allora termino queste mie considerazioni con un frase del grande economista giapponese Shigeto Tsuru, conosciuto sui libri durante i miei studi universitari: "Le utopie, o meglio le speranze ragionate, sono le molle che spingono a progettare un futuro migliore".