A cura della Redazione

In questi ultimi anni, sono sempre più in crescita le malattie ematologiche nella nostra regione. Scoprirne le cause aiuta meglio ad affrontare il problema, ad arginare il processo evolutivo e a porvi qualche rimedio.

Ne abbiamo parlato con il dottore Giampiero Nitrato Izzo di Torre Annunziata, medico ematologico presso l’Ospedale del Mare di Napoli.

“Le malattie ematologiche sono in continua crescita in Campania e in modo particolare nella provincia di Napoli - inizia Nitrato -. Le cause di questo increscioso aumento esitano dalla pandemia, che di fatto, unitamente alle patologie oncologiche, hanno risentito della drastica contrazione dell’accesso alle cure per note motivazioni.

Riduzione degli screening di prevenzione, progressivo depauperamento del personale specialistico e infermieristico con desertificazione dei concorsi, pure messi in atto dalle Asl della Campania, hanno fatto il resto. La cronica riduzione delle risorse dal governo centrale per finanziare in modo adeguato l’accesso alle cure specialistiche - spiega l’ematologo - costituisce un must che da sempre determina uno spartiacque e una drammatica riduzione dell’età media di sopravvivenza dei cittadini del Sud rispetto alle regioni del nord. Su questo, bisogna dare atto alla presidenza della Regione di fare una, per ora inutile, battaglia per ovviare a questa inaccettabile sperequazione. Già, per superare il deficit finanziario, sono stati fatti salti mortali a decremento dell’assistenza.

Ma per ciò che riguarda le malattie ematologiche, proprio grazie a queste prerogative, la diagnosi iniziale da parte dei medici di base, sempre più pochi, per progressivo pensionamento e un inadeguato ricambio, ha costituito un gap nel percorso di valutazione ad ambulatori specialistici in grado di curare in modo protocollare questi pazienti.

All’Ospedale del Mare di Napoli negli ultimi 2 mesi ho fatto diagnosi di linfoma a 4 pazienti di cui 3 giovani. Perché accade ciò?

Le malattie linfoproliferative derivano da un rigonfiamento delle linfoghiandole del collo, le più comuni, che derivano in alcuni casi da pregresse infezioni virali (monuclueosi) che non vengono sottoposte a corretto follow up, e pertanto evolvono.

Se si sottovalutano, se non vengono affidate allo specialista ematologo dopo una valutazione preliminare - continua Nitrato - possono evolvere verso un linfoma la cui diagnosi non è precoce e pertanto compromette le cure appropriate successive.

Le liste di attesa lunghe, la difficoltà nei centri ospedalieri, per mancanza di offering, e, in ultimo, i tetti di spesa nei centri accreditati, fanno il resto.

Inquinamento ambientale, nei Comuni a ridosso di fiumi inquinati (Sarno) e nelle zone del Casertano, con difficoltà a registrare epidemiologicamente questi pazienti, costituiscono altre cause di questo incremento.

Pertanto una rivalutazione, una programmazione più attenta, soprattutto con reclutamento di personale specialistico, sempre in considerazione delle risorse e delle criticità esistenti, potrebbe essere di aiuto.

Una rivalutazione regionale delle unità complesse di oncoematologia - conclude il medico - , tenendo presente l’incremento epidemiologico, usufruendo di competenze che ci sono, potrebbe arginare questa criticità sotto gli occhi di tutti.

A livello distrettuale aumento degli screening e possibilità di fare diagnostica preventiva è una delle modalità.

L’autonomia differenziata voluta dal governo centrale rappresenta una scure definitiva sulla possibilità dei cittadini campani ad accedere a queste cure.