A cura della Redazione

“Queste giornate trascorse qui a Vico Equense non le dimenticherò facilmente, così come la bellezza dei panorami, la disponibilità delle persone e l’entusiasmo e la preparazione dei giovani del liceo scientifico “Gaetano Salvemini” di Sorrento che mi hanno fatto da guide nel conoscere la vastità delle collezioni del Museo mineralogico campano diretto da Umberto Celentano. Ho augurato loro di conservare intatto l’entusiasmo e la passione verso la scienza. Chissà, magari qualcuno di loro, nel prossimo futuro, potrebbe diventare anche un fisico”.

Queste le parole del premio Nobel Serge Haroche nel congedarsi dopo la serata di gala che ha concluso la XIX edizione del Premio scientifico internazionale “Capo d’Orlando”, organizzato dal Museo mineralogico campano - Fondazione Discepolo con il patrocinio del Comune di Vico Equense, dell’Azienda di soggiorno di Vico Equense, della Regione Campania, e dell’Università Federico II. In mattinata, il fisico, insignito dall’Accademia di Stoccolma nel 2012 per essere riuscito a intrappolare i fotoni senza distruggerli, si è anche soffermato con la stampa sulle prossime frontiere della fisica quantistica: “Si tratta di una materia che ci consente la comprensione del mondo che ci circonda, oltre ad averci donato tutti gli strumenti che abbiamo oggi, a partire dai cellulari. Il mondo atomico – continua Haroche – è però controintuitivo, non segue le leggi della fisica classica e gli stessi quanti, a contatto con il mondo esterno, ne subiscono subito le alterazioni. Una delle applicazioni più gettonate del futuro saranno i computer quantistici dalla straordinaria velocità di elaborazione che si baseranno sui qubit invece che sui bit tradizionali. Allo stato, però – chiarisce il Nobel – sappiamo che il principio del qubit funziona, ma nella pratica vanno risolti numerosi problemi tra cui i materiali da utilizzare. La ricerca prosegue e intanto, grazie ai simulatori quantistici, stiamo controllando i fotoni tramite raggi laser pervenendo alla creazione di cristalli. Studi  - conclude Haroche - che cercano di realizzare nuovi materiali, i superconduttori a temperatura ambiente, che potranno essere la chiave di volta per risolvere, nel futuro, i nostri problemi energetici”. A seguire la visita all’esposizione di gemme, minerali, fossili e conchiglie del museo vicano sito nel complesso monumentale della SS. Trinità guidato dai ragazzi della IV B dell’istituto sorrentino coordinati dalla docente Agata Fasano e quindi, nel pomeriggio, la premiazione al Castello Giusso. Nel corso della cerimonia, moderata da Manuela Arata, ideatrice del “Festival della Scienza di Genova”, sono stati insigniti anche Mauro Felicori, direttore delle Reggia di Caserta, Luigi Lazzareschi, amministratore delegato della “Sofidel Spa” (industria sesta al mondo e seconda in Europa per la produzione di carta ad uso domestico), il giornalista Bruno Arpaia e Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi Confindustria. I premiati si sono alternati al tavolo delle conferenze sui rispettivi campi di studio e di interesse, convergendo sulla necessità di puntare sulla cultura quale attrattore e volano di sviluppo per il sistema Paese.

Si arricchisce quindi l’albo d’oro della manifestazione che, l’anno prossimo, taglierà il traguardo delle venti edizioni. Tra gli insigniti nel corso degli anni, ricercatori, giornalisti, studiosi, divulgatori, industriali, un premio Oscar (Nicola Piovani), e tredici premi Nobel. Prima di Serge Haroche, la targa che riproduce i pesci fossili di Capo d’Orlando  è stata consegnata a John F. Nash, Harold W. Kroto, Paul J. Crutzen, James D. Watson, Tim Hunt, Paul Krugman, George F. Smooth, Louis J. Ignarro, Erwin Neher, Andre Geim, Stefan Hell e Riccardo Giacconi, dal 2007 presidente onorario del premio.

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