A cura della Redazione

Offrire da bere un liquore a base di foglie di marijuana non è spaccio di droga: assolto. Era accusato di cessione di stupefacenti, un 40enne di Gragnano che aveva offerto da bere ad un 20enne a fine pranzo. Il giovane ne prese un bicchierino e svenne in pochi istanti. Il racconto del 20enne davanti al giudice monocratico di Torre Annunziata, Maria Camodeca, aveva chiuso il dibattimento. A quel punto, il pm aveva chiesto un anno e 4 mesi di reclusione per G. D. M., difeso dall'avvocato Antonio de Martino. Quel liquore è chiamato fumoncello o anche marijuancello, ovvero la versione verde del limoncello diffuso soprattutto in costiera sorrentina.

Dalle analisi tossicologiche del 20enne era emerso un alto tasso di principio attivo dello stupefacente nel sangue. Durante il dibattimento, però, la domanda a cui non è stata data risposta è se il principio attivo è arrivato proprio dal liquore. Una domanda senza risposta perché è stato analizzato solo il sangue del giovane 20enne della città della pasta e non il contenuto della bottiglia offerta dopo un pranzo. E così il fornitore del liquore è finito a processo per cessione di droga ma è stato assolto perché il fatto non sussiste.

Il procedimento per la formazione è online, semplice composto di pochissimi passaggi. Il fumoncello negli ultimi anni ha avuto un boom di richieste prima di registrare un calo vertiginoso tra i consumatori. Molto diffuso nei locali dei Monti Lattari e del Napoletano. Si tratta di un liquore che deriva da foglie di marijuana e infatti è chiamato anche marijuancello. È un liquore fatto in casa alla base di foglie di marijuana ma secondo gli esperti può anche avere effetti collaterali. Bollitura delle foglie in alcool puro, un riposo che va da una settimana ad un mese, l’aggiunta di acqua e zucchero. Alla chiusura dell’intero processo, si ottiene un digestivo all’aroma di marijuana, ma “con un bassissimo tasso di Thc”, il tetraidrocannabinolo, il cosiddetto “principio attivo”.

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