A cura della Redazione

Rapina a portavalori con due guardie giurate ferite a colpi di pistola: pesanti condanne per i cinque componenti della gang napoletana.

Mezzo secolo totale era stata la richiesta avanzata dalla Procura di Torre Annunziata nell'ambito del processo con rito abbreviato che si è svolto dinnanzi al Tribunale oplontino, e ammontano esattamente a 50 anni le pene comminate ai rapinatori dei portavalori. I cinque imputati erano finiti a processo con le accuse a vario titolo di tentato omicidio, rapina aggravata in concorso, lesioni personali gravissime, porto e detenzione illegale di armi, ricettazione.

I rapinatori sono tutti originari dell’hinterland napoletano. Le condanne per loro sono di 6 anni per Marco Angieri, 35enne; 12 anni ciascuno per Angelo Langione, 53enne (di Cercola) e Luigi Nemolato, di 36enne (di Ponticelli); 10 anni ciascuno per Carlo Pisani, 24enne (di Barra) e Francesco Ricci, 40enne (di Cercola). Tutti e cinque hanno avuto un ruolo determinante all’interno della rapina, andata a buon fine, a maggio 2017, al Banco di Napoli di Castellammare di Stabia, nei pressi dell'uscita della statale.

I rapinatori, dopo aver compiuto ben cinque giri perlustrativi nella città delle acque, il 12 maggio dello scorso anno, alle prime ore del mattino, hanno aperto il fuoco contro le guardie giurate mentre rifornivano una filiale del Banco di Napoli. Erano giunti a Castellammare con due auto, entrambe rubate. Il colpo, dopo il raid, fu di oltre 300 mila euro. I cinque stati inquadrati più di una volta dalle telecamere di videosorveglianza della città di Castellammare.

I loro volti erano conosciuti così come le targhe. I carabinieri del Nucleo Operativo stabiese, in poche settimane, erano riusciti ad identificare i colpevoli della rapina a mano armata ai danni di un portavalori. In questa occasione rimasero feriti anche due guardie giurate che risposero al fuoco dei cinque malviventi. Tutti sono stati arrestati la mattina del primo dicembre scorso, dopo essere stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura di Torre Annunziata. La sentenza è arrivata nel primo pomeriggio di ieri.

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