A cura della Redazione
ROMA - L´aula del Senato ha approvato l´emendamento presentato dai relatori al decreto sicurezza che prevede la sospensione dei processi fino al giugno 2002. I senatori del Pd e dell´Idv hanno lasciato l´aula, mentre sono rimasti nell´emiciclo gli esponenti dell´Udc e i radicali. L´emendamento presentato dai relatori al decreto sicurezza per sospendere i processi per reati commessi fino al giugno 2002 è passato nell´aula del Senato con 160 sì e 11 no. Al termine della votazione i senatori dell´opposizione stanno rientrando nell´emiciclo. I senatori dell´opposizione infatti avevano lasciato l´Aula prima che si votasse l´emendamento. Gli esponenti del centrosinistra hanno lasciato l´aula subito dopo l´intervento del capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro, che è stato di critica alla norma cosiddetta ´salva-premier´. VELTRONI RICEVUTO DA NAPOLITANO Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto questa mattina al Quirinale il segretario del Partito Democratico, on. Walter Veltroni. Lo rende noto un comunicato del Quirinale. L´incontro all´indomani della rottura con l´opposizione del possibile dialogo sulle regole. E proprio sulle regole, cioe´ laddove il Pd si riprometteva il confronto, e´ avvenuto, secondo Veltroni lo strappo da parte di Silvio Berlusconi. "Io e il Pd in questi mesi - ha detto Veltroni in un´intervista al TG1 - abbiamo cercato di portare l´Italia fuori dal passato, e nessuno potrà dire che l´opposizione ha avuto un atteggiamento pregiudiziale o ideologico, anzi, abbiamo anche sopportato delle critiche, legittime". "Io sono convinto - ha proseguito Veltroni - che le regole del gioco si scrivano insieme, ma quando è proprio sulle regole del gioco che si producono gli strappi come quelli prodotti in queste ore, è evidente che si riprecipita il Paese verso il passato; e invece l´Italia avrebbe il diritto d avere un presente e un futuro diversi da quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi". BONAIUTI A VELTRONI, TELA DIALOGO L´HAI STRAPPATA TU "Ma Veltroni crede di essere Penelope? Dice di aver tessuto la tela del dialogo e invece è lui che l´ha strappata non appena è cresciuta l´opposizione di sinistra". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti risponde alle affermazioni del segretario del Pd Walter Veltroni sul dialogo interrotto tra maggioranza e Partito democratico. RIESPLODE CONFLITTO PREMIER-MAGISTRATI MILANO MILANO - Gli anni delle battaglie furenti tra magistratura milanese e Silvio Berlusconi sembravano acqua passata, in un clima politico rasserenato e improntato al dialogo. La battaglia è invece riesplosa, in tutta la sua crudezza. Il premier ha ricusato il giudice Nicoletta Gandus davanti al quale è imputato, con l´avvocato inglese David Mills, per corruzione in atti giudiziari, e la Procura di Milano, con il suo capo, Manlio Minale, ha definito "illazioni" le parole di Berlusconi che, in una lettera al presidente del Senato, Renato Schifani, per difendere l´emendamento sospendi-processi, bollava il dibattimento in corso come uno "stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici". Nell´istanza di ricusazione, sulla quale i giudici della quinta sezione della Corte d´Appello di Milano saranno chiamati a decidere entro cinque giorni, i legali del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, sostengono che la Gandus, con una serie di interventi su siti internet, ha dimostrato "grave inimicizia" nei confronti dell´imputato. In particolare per un appello sottoscritto, con altri, nel febbraio del 2006 in cui si auspicava che la nuova coalizione che sarebbe uscita qualche mese dopo dalle urne, abrogasse alcune leggi del governo Berlusconi, oggetto di pesanti critiche nel documento. Altri argomenti del presidente del Consiglio: il fatto che sul sito di Magistratura Democratica il giudice avesse definito la legge sulla fecondazione assistita "un concentrato di barbarie giuridica" e che il magistrato avesse avuto in passato azioni Mediaset. Questo la metterebbe tra "i soggetti potenzialmente danneggiati" nel processo, collegato a quello Mills-Berlusconi, sulle presunte irregolarità nella compravendita di diritti tv e cinematografici da parte del gruppo televisivo, altro procedimento in cui il premier è imputato. "La personalizzazione dell´inimicizia - scrivono i due avvocati - non può essere negata solo con l´osservare che il giudice avrebbe contestato le leggi e non il Presidente del Consiglio che le avrebbe ispirate o volute, perché in questi anni tutta l´opinione pubblica e tutti gli avversari politici hanno di questa personalizzazione fatto bandiera costantemente garrente". "E allora - proseguono i legali del premier - la dottoressa Gandus non poteva non sapere, anche se avesse potuto diversamente divisare, che i suoi strali sarebbero stati, oggettivamente, indirizzati in via diretta alla persona di Silvio Berlusconi, e che come tali sarebbero stati da tutti recepiti". Il premier, insomma, "avversario politico in tutti i campi". Alle parole di Berlusconi che invece riguardano i suoi pm, risponde, in uno dei rarissimi comunicati emessi da quando è a capo dell´ufficio, il procuratore di Milano, Manlio Minale: "illazionì quelle che ha letto nella lettera del premier a Schifani. Il procedimento, osserva, "é stato iscritto a seguito di precise dichiarazioni rese dallo stesso avvocato Mills in data 18 luglio 2004, alla presenza del difensore nel corso di un interrogatorio quale persona indagata in altro procedimento". "Le indagini - conclude secco Minale - sono state condotte nel più assoluto rispetto delle garanzie della difesa e nell´esclusiva ottica dell´accertamento della verità. All´esito delle indagini preliminari è stata esercitata l´azione penale e gli atti, superato positivamente il vaglio dell´udienza preliminare, sono pervenuti al Tribunale". Scontro, dunque. E, a completamento del quadro, il Csm, nel frattempo, ha aperto una pratica a tutela dei magistrati coinvolti nel processo Mills-Berlusconi.