A cura della Redazione
Domani mattina sarà ascoltato dal giudice dei minori il quattordicenne di Ottaviano accusato di aver accoltellato dinanzi all’ingresso del Santuario della Madonna del Rosario di Pompei, lo scorso 22 ottobre, un ragazzo di 16 anni di Torre Annunziata. Il giovane è stato prelevato nella giornata di ieri dagli agenti del Commissariato della città mariana, diretti dal vice questore aggiunto Maria Rosaria Romano, nella sua abitazione, tra lo stupore dei suoi genitori. Il minore è stato poi condotto presso il Centro di Prima Accoglienza dei Colli Aminei a Napoli. Per quanto riguarda la vittima, il ragazzo, ferito alla schiena, è stato ricoverato all´ospedale di Castellammare di Stabia, dove è stato medicato e giudicato guaribile in dodici giorni. L´arma è stata rinvenuta dagli agenti a pochi metri dalla colluttazione. In città, tra i ragazzi che popolano l’emiciclo della piazza nei fine settimana, sono state fatte centomila congetture, rimbalzate immediatamente su Facebook. Tra queste, la più “cliccata” è l’ipotesi che il sedicenne di Torre Annunziata sia stato colpito da una coltellata nella schiena solo per aver fatto da paciere in una lite in cui la materia del contendere era un cappellino. Tutte ipotesi, come è stato detto, che il magistrato dovrà vagliare ascoltando la versione raccontata dal ragazzo, uno dei due protagonisti, dell’episodio clamoroso per il semplice fatto che è stata usata un’arma, cosa che fortunatamente accade raramente. Già, perché le forze dell’ordine hanno un bel da fare il sabato e la domenica sera a Pompei per sedare le risse tra minori nel centro della città, nate sempre per i motivi futili, a volte per contendersi lo sguardo di una ragazza. Bisogna però chiarire due cose: la prima è che si tratta quasi sempre di ragazzi proveninenti dall’hinterland vesuviano. La seconda è che la lite si risolve nella maggior parte dei casi con molto fumo e scarsa violenza effettiva. Il magistrato chiarirà a questo punto un aspetto fondamentale: come mai il giovane di Ottaviano aveva in tasca una vera e propria arma costituita da un coltello con una lama di dodici centimetri? L’interrogativo se lo sono posti in molti, specialmente dopo che è girata la notizia che il “piccolo aggressore” proviene da una famiglia perbene, i cui componenti non sono abituati certo ad uscire di casa portando un’arma nella tasca. Dal racconto del ragazzo potrebbe venir fuori un inquietante spaccato sul bullismo vesuviano che infesta purtroppo le cronache di città come Pompei e Sorrento, dove c’è l’attrattiva dei ristorantini alla moda. La Polizia di Stato ha intensificato i controlli proprio negli esercizi pubblici anche per verificare il rispetto di un’ordinanza sindacale che vieta la distribuzione di bibite d’asporto in lattine od in bottiglie perché quei “vuoti a perdere”, oltre che inquinare il territorio, diventano all’occorrenza delle vere e proprie armi improprie. Non manca sul territorio vesuviano chi invoca, nei pomeriggi dei fine settimana, il provvedimento di fermo dei treni della Circumvesuviana, che "sfornano" migliaia di ragazzi, la maggior parte tranquilli, ma tra loro, purtroppo, ci sono sempre quelli in vena di “prodezze”. MARIO CARDONE