A cura della Redazione

La storia del cane  meticcio Afro, bastonato, gettato in mare, salvato da una coppia di giovani e dal signor Vincenzo, gestore di un ormeggio sul porto di Torre Annunziata, purtroppo ha avuto un triste epilogo. Afro  è stato trovato morto sul molo di ponente con vistose ferite su tutto il corpo, provocate, molto probabilmente, dai morsi di un pit bull. 

La notizia ci è stata data dallo stesso signor Vincenzo, visibilmente provato per l’orrenda fine di Afro. 

“Quando abbiamo salvato il cane da una morte sicura per annegamento – ha affermato – ho portato Afro a casa mia per prestargli le prime cure. Il giorno dopo mi sono recato all’ormeggio sulla darsena dei pescatori ed Afro, insieme ad un’altra cagnolina che accudisco, è venuto insieme me. I due cani si sono allontanati per girovagare un po’. Dopo qualche ora, però è tornata solo la cagnolina. Ho cercato Afro nei dintorni, ma di lui nessuna traccia. Così, attraverso un’associazione animalista di cui faccio parte, ho lanciato l’appello attraverso una nostra chat privata. Appello che è stato riportato anche dal vostro giornale e che ha avuto molta risonanza. Il giorno dopo alcuni conoscenti mi comunicano che Afro giace in una pozza di sangue sul molo di ponente, a confine con il lido Santa Lucia, con vistose ferite su tutto il corpo. Mi metto in contatto con alcuni soci dell’associazione affinché contattino l’Asl e la polizia municipale e mi reco sul posto. Ma grande è la mia sorpresa quando, una volta giunto nel luogo che mi era stato indicato, non trovo il corpo di Afro. Molto probabilmente qualcuno l’aveva rimosso da lì e spostato chissà dove.  Sono  certo che il cane sia stato assalito da un pit bull, visto che ce ne sono un paio che bazzicano da quelle parti. Un mio conoscente ha assistito alla scena dell’aggressione ed ha cercato anche di intervenire, ma ha avuto paura che il cane assalisse anche lui. Abbiamo segnalato la cosa anche alla Capitaneria di porto – ha concluso Vincenzo -, sperando che possano fare qualcosa per evitare che simili episodi possano ripetersi in futuro, mettendo a rischio anche l’incolumità delle persone”. 

E così una storia, incominciata male (pestaggio del cane con l’intento di farlo affogare a mare), proseguita con un atto di bontà di tre persone che gli salvano la vita, si è conclusa nel peggiore dei modi, con una fine orrenda del povero Afro. Tuttavia questa brutta esperienza ci ha portato a conoscere un mondo sommerso, fatto di tanti uomini e donne che si prodigano giornaliermente per rendere meno difficile la vita di tanti cani e gatti che vivono per strada. Persone che si autofinanziano per farli sterilizzare o per acquistare cibo e medicine per i loro “amici”, riuscendo, nei mesi invernali, perfino a dare loro un riparo dalla pioggia e dal freddo. E che si adoperano tantissimo per trovare una “casa” a chi (cane o gatto) non ce l’ha, o la perde per la morte o per una malattia del padroncino.  

Un mondo di volontari per i quali l’amore per gli animali è paragonabile ai sacrifici che sono disposti a fare per loro. E non sono pochi...