A cura della Redazione

Processo Rampa Nunziante. Ieri è stata la volta del tecnico informatico Fabiano Querceto, nominato dalla pm Andreana Ambrosino per effettuare le perizie sui supporti informatici sequestrati nel corso delle indagini o recuperati nelle macerie del palazzina crollata il 7 luglio di due anni fa, dove persero la vita otto persone, tra cui due bambini.

Il tecnico ha confermato al giudice Francesco Todisco che sul cellulare dell’architetto Giacomo Cuccurullo, una delle vittime insieme alla moglie Edy e al figlio Marco, c’erano delle conversazioni che altri interlocutori avevano cancellato. “Inoltre – ha aggiunto il perito – il file del progetto relativo ai lavori all’interno del palazzo di Rampa Nunziante sul computer dell’architetto Manzo è stato modificato dalle ore 12 alle ore 14 dello stesso giorno della tragedia”.

E’ stata poi la volta di don Ciro Cozzolino, parroco della SS. Trinità di via Gino Alfani. Il sacerdote conosceva bene Cuccurullo, che incontrava spesso, e Pina Aprea, altra vittima del crollo, con la quale era solito intrattenersi. Ha parlato, poi, di Mario Minichini, testimone convinto a collaborare con gli inquirenti, e dalle cui dichiarazioni è a processo per omicidio colposo anche l’avvocato Massimiliano Lafranco (proprietario dell’appartamento oggetto dei lavori, acquistato poi  da Gerardo Velotto, altro imputato), inizialmente a giudizio solo per falso.

Acquisita la documentazione prodotta dal colonnello dei carabinieri Filippo Melchiorre, l’udienza è proseguita con l’audizione della dirigente e del funzionario del Catasto di Napoli, Rossana Cima e Fabrizio Di Domenico, che hanno affermato come le modifiche giunte per via docfa (il sistema informatico per comunicare variazioni catastali), in realtà non erano mai state eseguite (la trasformazione di nove appartamenti per farne tre). Infatti dal sopralluogo effettuato nel palazzo sarebbe emerso che nessuna delle variazioni comunicate erano state realizzate.

Il processo riprenderà dopo la pausa estiva, a settembre, con un calendario molto fitto di udienze fino all’anno 2020.