A cura della Redazione

“Il palazzo è privo di titolo, quindi è abusivo”. E’ la conclusione della relazione tecnica effettuata dal professore Alberto Coppola, ex docente in pensione dell’Università Federico II di Napoli ed esperto in urbanistica, relativamente all’edificio crollato su Rampa Nunziante a Torre Annunziata il 7 luglio 2017, in cui morirono 8 persone.

Nell’udienza di ieri, mercoledì 25 settembre, presso il Tribunale oplontino il prof. Coppola rispondendo alle domande del pubblico ministero Andreana Ambrosino ha ricostruito la storia dell’ immobile, realizzato alla fine degli anni ’50 come villetta bifamiliare. Successivamente - ha spiegato il professore - fu presentata una richiesta di abitabilità, poi accolta, per un edificio di 14 alloggi. Ma, sempre secondo il consulente, quell’autorizzazione non aveva valore di concessione edilizia perché in quegli anni si poteva costruire senza permessi specifici sono nelle zone non residenziali. Ma la palazzina, invece, si trovava in una zona residenziale, vista l’esistenza di alcuni palazzi presenti tutt’oggi. E a sostegno della sua tesi ha menzionato l’atto di sequestro dell’immobile avvenuto negli anni ’80. La palazzina fu oggetto di vendita forzata e il consulente del tribunale fallimentare decise di quantificare gli oneri per il condono edilizio, ritenendo dunque che si trattasse di un edificio abusivo. Di conseguenza – secondo il prof. Coppola – nessun intervento all’interno di un palazzo abusivo poteva essere avallato dagli uffici comunali.

Prima avevano preso la parola il dipendente dell’Ufficio tecnico comunale Aniello Ricciardelli e l’ex dirigente Giuseppe D’Alessio, il quale, riferendosi alla Scia del 2016 presentata da alcuni imputati, ha parlato di sospensione del procedimento in attesa della ricezione di alcuni documenti riguardanti la conformità in materia edilizia. Documenti però mai consegnati, il che comportò l’archiviazione della pratica.

Nelle prossime udienze sarà presentata un’altra relazione, quella del professore Nicola Augenti. Una perizia che attribuirebbe ai lavori in uno degli appartamenti poco prima della tragedia la responsabilità del crollo della palazzina di Rampa Nunziante.